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Carpi low cost: in A con parametri zero, prestiti e sconosciuti

La matricola emiliana, che nella prossima stagione sfiderà i grandi club della Serie A, ha ottenuto un risultato clamoroso grazie a una rosa di giocatori molto giovani (23.7 l’età media), che ha un valore di 17.13 milioni – nemmeno la metà del Parma derelitto (36.25 milioni) e a distanza siderale dalla Juventus (318.70) -, con un monte stipendi sostenibile (150mila euro lordi quello più alto). Costi complessivi? Tre milioni di euro per i calciatori, 4.5 per tutta la gestione.
A cura di Alberto Pucci
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Scordatevi feste faraoniche dove non si bada a spese: non è nello stile della neopromossa Carpi. Il "party" per la promozione, cominciato subito dopo il finale della sfida con il Bari, andrà avanti per giorni…forse settimane. Più Lambrusco che Champagne, però, perché i festeggiamenti saranno sempre nel segno dell'oculatezza economica. Perché è anche da lì che parte il "miracolo Carpi": splendida realtà di provincia, lontana anni luce dagli investimenti milionari del nostro calcio e, soprattutto, da strategie di mercato sbagliate e condizionate da amicizie e giochi politici tra dirigenti e procuratori. Per spiegare l'incredibile cavalcata verso la massima serie, partita addirittura dalla Lega Dilettanti (nel 2010), basterebbe forse conoscere meglio i quattro artefici principali del fenomeno calcistico del momento e la qualità del loro operato: Stefano Bonacini, patron del gruppo Gaudì e proprietario del club, il presidente Claudio Caliumi, il direttore sportivo Cristiano Giuntoli ed il tecnico Fabrizio Castori. Ma se del tecnico marchigiano conosciamo quasi tutta la sua storia (12 campionati vinti, dall'eccellenza fino alla A), sappiamo invece poco o nulla del ds Giuntoli: l'uomo che ha saputo creare una squadra quasi dal nulla.

La strategia vincente – Costruire una grande squadra è sempre un affare che compete a staff tecnico e direttore sportivo. Se, come nel caso del Carpi, le due "teste" pensano in maniera univoca è molto facile riuscire a fare un buon lavoro. E' quello che è successo al club biancorosso, durante la scorsa campagna acquisti. Giuntoli e Castori sono riusciti a creare una rosa di giocatori molto giovani (23,7 l'età media), che ha un valore di 17.13 milioni (come registrato da transfermarkt) – nemmeno la metà del Parma derelitto (36.25 milioni), a distanza siderale dalla Juventus (318.70), meno di quanto percepisce un top player come Messi o CR7 -, con uno stipendio sostenibile (150mila euro lordi quello più alto), acquistati spendendo poco o nulla e incassando bene da alcune cessioni, come quella di Laurini ceduto all'Empoli per 450mila. Durante questa stagione, sul prato del piccolo "Cabassi", hanno giocato calciatori quasi sconosciuti e dal "pedigree" tutt'altro che famoso. I costi complessivi? Tre milioni di euro per i calciatori, 4.5 per tutta la gestione.

Giovani vogliosi di mettersi in mostra che, grazie ad un progetto serio e condiviso da tutte le componenti della società, sono riusciti a compiere l'impresa dell'anno. Calciatori "low cost" come Lollo (acquistato dallo Spezia per 100 mila euro), Antonio Di Gaudio e Kevin Lasagna (arrivati dai dilettanti del Castelfranco Emilia e dell'Este). Giocatori arrivati in prestito e capaci di fare la differenza come il portiere Gabriel, di proprietà Milan, Roberto Inglese, in prestito dal Chievo e lo sloveno Struna del Palermo. Senza dimenticare il vero grande colpo di Giuntoli: l'arrivo a parametro zero dal Padova di Jerry Mbakogu che ha portato con i suoi gol il Carpi in A e trovato mercato anche in molti club della massima serie, pronti a versare per il suo cartellino fino a 8  milioni di euro.

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