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Carlo Ancelotti: “Il Napoli non sarà mai come la Juve ma può batterla”

Cinque punti fermi della squadra che sta nascendo, archiviando il ciclo di calciatori iniziato con Rafa Benitez e culminato con Maurizio Sarri. Carlo Ancelotti li indica nell’intervista a Repubblica: “Squadra giovane. Bilancio da preservare. Consapevolezza del progetto e dei mezzi a disposizione. Certezza che i big non verranno sacrificati. Il fatturato conta ma la Juve non può vincere per sempre”.
A cura di Maurizio De Santis
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Carlo Ancelotti piazza le pietre angolari del progetto Napoli che sarà finalmente un po' più suo a partire dalla prossima estate, quando il ciclo di calciatori iniziato con Rafa Benitez e culminato con Maurizio Sarri chiuderà un'epoca. Meglio di così in questo anno di transizione non si poteva fare: secondo posto in classifica, club ancora in corsa nei quarti di Europa League, una Champions giocata da protagonisti (alla pari contro Psg e Liverpool) e persa solo per differenza reti. La base da cui ripartire c'è, sempre che la rosa non venga depauperata dei pezzi pregiati.

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Le linee guida del ‘nuovo' Napoli di Carlo Ancelotti

Il presidente, Aurelio De Laurentiis, immagina per l'allenatore di Reggiolo un ruolo alla Sir Alex Ferguson col Manchester United: a lui, nelle vesti di head coach/manager il compito di occuparsi di tutto ciò che riguarda l'area tecnica – compreso il mercato assieme al diesse Giuntoli – al presidente l'onere di espandere il marchio e reperire risorse tali da alimentare il fatturato e con esso le ambizioni della squadra. "Tiene sempre i conti a posto e non gli chiederò di far saltare il banco", ribadisce Ancelotti tracciando così una linea spartiacque tra i calciatori da sogno e quelli possibili, indicando strada da percorrere e alcuni punti fermi.

  • Squadra giovane, che ha margini di crescita puntando su calciatori come Meret e Fabian Ruiz.
  • Bilancio da preservare, impiegando le risorse funzionale all'identità e al piano della società.
  • Consapevolezza del progetto e dei mezzi a disposizione, a cominciare dal range economico al di là del quale il club non può spingersi.
  • Il Napoli non sarà mai come la Juve, considerata la differenza di fatturato, ma può batterla.
  • Certezza che i big non verranno sacrificati: da Ospina (la cui conferma sembra implicita quando il tecnico menziona "due portieri") a Koulibaly la spina dorsale non verrà intaccata.

Ho una squadra già ben strutturata e con margini di crescita, anche se giovane. Nei ruoli cardine siamo a posto, la spina dorsale è robusta – ha ammesso Ancelotti nell'intervista a Repubblica -. Abbiamo due portieri di valore, una difesa affidabile con un fenomeno come Koulibaly, il centrocampo ben strutturato con Allan, Zielinski e Fabian, pedine di spessore in attacco. Siamo destinati a crescere, con investimenti mirati e fatti in sintonia col club. I big resteranno tutti, il Napoli non è costretto a vendere e realizzare plusvalenze. Anche Koulibaly? Assolutamente, da qui non si muove.

Come si spezza l'egemonia della Juventus? Quanto durerà ancora lo strapotere dei bianconeri in Italia? Ce la farà il Napoli a vincere lo scudetto? Tutte domande che ronzano in testa ai tifosi e, complice la delusione per il titolo solo sfiorato nella scorsa stagione (quella del record di 91 punti), hanno causato quest'anno l'emorragia di presenze al San Paolo. Ancelotti dà una lettura semplice e chiara della situazione.

L’anno scorso la squadra è andata molto vicina allo scudetto e serve tempo per smaltire una delusione simile – ha concluso -. Ha pesato parecchio la qualificazione sfiorata in Champions, dopo il Liverpool la squadra ha vissuto un momento difficile a livello mentale. Il fatturato incide sempre di più e per vincere è necessario trovare strade alternative. Noi siamo sulla strada giusta rispetto alle nostre possibilità.

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