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Capello ct, può esserlo chi rivendica gli scudetti di Calciopoli?

Nessuna tensione con la Federcalcio, malgrado il tecnico abbia rivendicato i tricolori 2005 e 2006 ‘scippati’ alla Juventus. Prova di forza e coerenza che rafforza una figura che piace sempre più a Tavecchio per il dopo Conte.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il toto allenatore per il dopo Antonio Conte è già iniziato e i segnali di fumo che arrivano dalla Figc sono rivolti verso un candidato forte, una figura degna di sedersi sulla panchina di Commissario Tecnico e condurre l'Italia verso i prossimi Mondiali. Perché per gli Europei c'è ancora l'ex Juventus, oramai promesso al Chelsea. Poi si vedrà. E tra i tanti che si sono candidati o di cui si è fatta menzione, spicca Fabio Capello attualmente senza contratto e già ex delle selezioni russa e inglese. Due precedenti che hanno confermato la caratura di un professionista a 360 gradi, capace di sapersi adattare ai club o alle nazionali con molta duttilità. E il fatto che lo spirito ‘bianconero' sia forte in lui non sarebbe un problema per Tavecchio e la Federcalcio.

Uno spirito juventino che gli ha fatto dichiarare al Corsera in una intervista senza peli sulla lingua che i due scudetti di Calciopoli, 2005 e 2006, li sente suoi e li rivendica quale allenatore di una Juventus che a suo tempo conquistò i tricolori sul campo. Poi tolti per le vicende legate ad uno degli scandali più grandi della storia del calcio che condannò i bianconeri alla retrocessione in Serie B. Una ferita aperta e pulsante all'interno del club campione d'Italia che ha portato anche ad uno scontro con la stessa Federcalcio che invece un tricolore lo ha rimosso e l'altro lo ha consegnato all'Inter.

"Quegli scudetti li sento ancora miei" ha ribadito Capello, fermamente. Incurante del fatto che quel pensiero e sentimento potesse urtare Carlo Tavecchio e la Figc che starebbe pensando proprio a lui per il dopo Conte. Forte di sapere di essere un pretendente gradito al palazzo, malgrado tutto e tutti e che non si nasconde dietro frasi di circostanza. Il pensiero di Capello, infatti, rispecchia ciò che da sempre e da subito il tecnico aveva dichiarato sulla questione Calciopoli, fermandosi al fattore campo: di aver conquistato giocando e con la propria squadra quei traguardi, ignaro di quanto potesse accadere tra le stanze del potere.

Proprio queste dichiarazioni potrebbero di fatto essere il principale viatico per unire la propria carriera a quella della Nazionale. Confermerebbero infatti, la coerenza di un professionista che quando ha dovuto esprimere pareri ‘forti' quasi mai ha cercato di indorare le pillole. Dopotutto i successi gli hanno dato sempre ragione. E quello è il suo migliore biglietto da visita con cui allenare gli azzurri. Vincendo.

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