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Cannavaro: “L’Inter? Mi spiace per come ci siamo lasciati”

L’ex difensore rivela un retroscena legato alla cessione: “Oriali mi disse: ‘So che stiamo facendo una cavolata, ma ti devo vendere'”.
A cura di Marco Beltrami
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Ha da poco spento le 43 candeline Fabio Cannavaro. L’ex calciatore sta vivendo un momento magico nella sua carriera da allenatore, guidando il Tianjin in vetta alla Serie B cinese, dopo una strepitosa rimonta. Il campione del mondo però non ha dimenticato l’Italia e non ha fatto mistero della sua volontà in futuro di tornarvi, magari per guidare quello che un tempo è stato il suo Napoli. A proposito del passato, Cannavaro è tornato a parlare della sua esperienza da calciatore all’Inter. Il classe 1973 indossò la casacca nerazzurra dal 2002 al 2004. Un’avventura finita male per il partenopeo che dopo 2 stagioni di alti e bassi, si trasferì alla Juve in uno scambio con il portiere Carini.

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Un vero affare per i bianconeri, con l’affare che finì al centro delle intercettazioni di Calciopoli per un colloquio telefonico intercorso tra l'allora difensore nerazzurro e il direttore generale bianconero Luciano Moggi, in merito alle pressioni del dirigente per spingere il calciatore a lasciare Milano. Ai microfoni di Panorama, Cannavaro è tornato sull’ultima stagione con l’Inter: “Dispiace per come ci siamo lasciati con gli strascichi di Calciopoli, io conservo però ricordi positivi. Avevo ottimi rapporti con tutto lo staff e le persone che lavoravano alla Pinetina. Fu una buona annata, arrivammo secondi in Campionato e in semifinale di Champions League contro il Milan, caratterizzata da un ambiente pazzesco, indimenticabile, peccato per l’eliminazione”.

L’ex difensore della Nazionale italiana ha raccontato anche un retroscena relativo al suo addio: “Il nuovo allenatore, Roberto Mancini, probabilmente si sentiva coperto in difesa con Materazzi e Cordoba, forse non era sicuro di me per via degli infortuni. Gabriele Oriali, con cui avevo un ottimo rapporto, mi disse: ‘So che stiamo facendo una cavolata, ma ti devo vendere’. E fine dell’avventura”. In conclusione il ricordo più bello: “L’emozione delle semifinali di Champions e il gol contro la Reggina a San Siro da 30 metri”.

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