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Calcioscommesse e contraddizioni: dal derby Genoa-Samp, a Milanetto e Sculli

Milanetto e Mauri sono stati scarcerati ma l’inchiesta sul calcioscommesse prosegue ancora e prospetta novità sconvolgenti. Le accuse attorno ai due giocatori non sono cadute, anzi. Per Milanetto si prospetta uno tsunami attorno al derby Genoa-Samp dagli “effetti sconvolgenti”. Ma restano molte contraddizioni, tra cui la costante linea morbida su Sculli.
A cura di Alessio Pediglieri
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In attesa dei nuovi verdetti cel processo sul calcioscommesse, sentenze sportive che non dovrebbero tardare, l'inchiesta prosegue su più fronti, tra tre procure che stanno raccogliendo dati e fatti, li stanno analizzando e decidendo su come procedere. Mentre l'Italia del pallone è  anestetizzata dalle ultime vicissitudini del calciomercato da ‘Libro Cuore' con Berlusconi-Garrone che ‘salva' e trattiene Thiago Silva al Milan malgrado l'offerta faraonica del PSG di oltre 50 milioni, e mentre gli italiani si arrovellano sugli Europei di Polonia e Ucraina, tra il pareggio azzurro con la Croazia e il sospetto di un prossimo imminente ‘biscotto' tra Spagna e i croati che eliminerebbe anzitempo una Nazionale fin qui molto deludente, qualcosa sul fronte ‘New Last Bet' procede. Tra sviluppi e contraddizioni.

Liberi tutti – Le ultime notizie hanno confermato come, nello sviluppo dell'inchiesta siano venute meno le motivazioni per trattenere ancora in carcere i due maxi imputati, Oscar Milanetto e Stefano Mauri, che erano finiti in manette nella giornata shock del calcio che aveva visto anche il blitz mattutino nel ritiro  della Nazionale che portò poi alla esclusione di Criscito dall'avventura azzurra con conseguente polverone di polemiche annesse.
Il capitano della Lazio Stefano Mauri e  Omar Milanetto, ex del Genova e ora al Padova, sono entrambi indagati perchè avrebbero avuto un ruolo nella combine di Lazio-Genoa del 14 maggio 2011. Mauri è sospettato anche di avere combinato Lecce-Lazio del 22 maggio successivo.
Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cremona, Guido Salvini, ha revocato la misura degli arresti domiciliari e nella informativa, il Gip sostiene che

in tale situazione il mantenimento delle misure cautelari appare diventato sostanzialmente inutile, non potendosi ravvisare alcun pericolo di fuga, nè la reiterazione di analoghi reati, tenuto conto da un lato del notevole riscontro mediatico avuto dall'emergere del fenomeno del calcioscommesse e dall'altro dell'effetto, peraltro già di per sè fortemente deterrente, costituito dalla pendenza del procedimento disciplinare a carico di tutti i giocatori coinvolti, processo che potrebbe concludersi in tempi brevi

Una scelta che sembra avere ‘ammoribidito' al momento la posizione dei due giocatori (e di conseguenza la resposnsabilità oggettiva delle squadre d'appartenenza,Lazio e Genoa, tanto da far dichiarare al legale rappresentante di Mauri, Matteo Melandri, una dichiarata intenzione di prosciogliere il proprio assistito da tutte le accuse mossegli nei passati giorni:

Quella di liberare Stefano è stata una decisione presa dal Gip. Le indagini sono proseguite e sono arrivate a buon punto, una fase nella quale non era più necessaria la misura cautalare. Confermo che domani ci presenteremo davanti al Tribunale del Riesame per presentare la nostra memoria difensiva, il nostro intento è quello di far decadere completamente la misura cautelare

calcioscommesse sculli intoccabile di martino
Il pm Di martino e le sue nuove sensazioni: ‘Genoa-Samp? Derby dalle conseguenze devastanti…"

Il derby dagli ‘effetti devastanti' – Si vedrà, perchè se è vero che il cambiamento di rotta sulle misure cautelari è mutato con la consapevolezza che non si abbia  il rischio dell'inquinamento delle prove è pur vero che le indagini in corso non abbiano scagionato i diretti interessati la cui posizione non è di certo migliorata in questi ultimi giorni. Il lavoro febbrile delle procure sta procedendo infatti su percorsi paralleli, dove di interrogatorio in interrogatorio si incasellano le varie tessere di un puzzle che vede coinvolti molti personaggi del mondo del pallone per svariati incontri inseriti nel famoso elenco delle partite fortemente sospette. Ecco che, insieme alla vicenda Milanetto/Mauri novità arrivano anche sul fronte del famoso derby della Lanterna, la sfida tra genoa e Sampdoria che ‘condannò' alla retrocessione i blucerchiati, con i retroscena che tutti sappiamo delle possibili combine sull'incontro.
A Genova si ricorda che quello dell'8 maggio 2011 fu un derby molto acceso in cui la Sampdoria aveva bisogno di vincere per salvarsi, ma perse. Il Genoa, che era già salvo, passò in vantaggio, fu raggiunto sull'1-1, ma nel recupero segnò il gol della vittoria che condannò i rivali alla serie B. Eppure qualcosa per la procura di Cremona non quadra per nulla. Milanetto (ancora lui) è coinvolto anche per questa partita per la quale – secondo la sua ricostruzione dei fatti – ha dichiarato di aver chiesto ad uno degli indagati, Altic, una mediazione con gli ultrà più scalmanati per evitare problemi dopo scritte minacciose nei suoi confronti. Una tutela personale, dunque: altro che combine.
Ma il il procuratore, Roberto di Martino la pensa decisamente in modo diverso:

Il derby Sampdoria-Genoa è soggetto ad indagini che avranno un effetto devastante, in cui è coinvolto Milanetto. Quindi vi invito a riflettere bene. In questa sede ve lo dico così, in maniera informale: avrà un effetto importante, sarà la cosa peggiore di quella che è capitata in questa inchiesta.

Un fulmine a ciel sereno, quasi pari alle famose "sensazioni" espresse  un anno fa, nel giugno del 2011. Adesso, la Genova del calcio trema e bisognerà provare a capire di più di quanto non sia finora emerso. Perchè alcune contraddizioni sono già emerse, come il fatto che proprio Milanetto fosse finito in manette non per il derby dagli "effetti devastanti", per il quale si era sospettato addirittura di una ipotetica (quanto fantomatica) colletta dei giocatori della Sampdoria per pagare i ‘cugini' rossoblù e non farli retrocedere. L'ex capitano del Genoa, oggi al Padova, è stato arrestato solament per i fatti contestatigli nella partita Lazio-Genoa.
Perchè se il pm ha in mano carte rilevanti in Geno-Sampdoria contro lo stesso Milanetto, il gip ha optato per la scarcerazione e i motivi del fermo non riguardano il derby?

inchiesta repubblica
L'inchiesta della ‘discordia' di La Republica, con l'intervista contestata allo ‘zingaro' Ilievski

Tolleranza zero? – Dubbi legittimi, come quelli attorno ad alcune situazioni, come ad esempio quella di Giuseppe Sculli.
Sul quale abbiamo già posto anche noi una domanda cui pochisono riusciti a dare una risposta esauriente: perchè Giuseppe Sculli non è finito in manette malgrado le prove a suo carico, comprovate dallo stesso Di Martino che in conferenza stampa si ‘rammaricava' che il giocatore non fosse stato arrestato malgrado la sua esplicita richiesta?
Lo stesso Sculli è al centro di svariate vicende e il suo nome campeggia in moltissime intercettazioni. E' protagonista dell'incontro tra ultrà rossoblù e giocatori del Genoa fotografato dalla polizia e che hanno portato nei guai Criscito; è lo stesso che in alcune telefonate si ‘vanta' di poter minacciare Luca Toni; lo stesso Sculli che nella famosa partita Genoa-Siena fermata per la protesta dei tifosi genoani (le famose maglie che i giocatori si dovevano sfilare per vergogna) sapeva già tutto prima; e ancora, sempre Sculli, era venuto a conoscenza di fatti riguardanti il presidente Preziosi ai tempi dela mancata promozione per illecito del Genoa dalla Serie B.
Tra queste  innumerevoli circostanze a dir poco compromettenti è da raccontare anche un'altra situazione, al limite del paradossale che ha come protagonisti alcuni colleghi giornalisti, uno zingaro e proprio l'attuale giocatore del Genoa (ex Lazio).
Il collega Marco Mensurati di Repubblica riuscì a raggiungere il cosiddetto ‘zingaro’ Ilievski per una intervista esclusiva poi pubblicata su Repubblica l’11 marzo 2012 e ripresa da tutti i quotidiani internazionali. Mensurati e il collega Foschini riuscirono a farsi raccontare dallo ‘zingaro’ Ilievski varie cose interessanti, tra le quali emerse il nome del calciatore del Genoa Giuseppe Sculli, nipote del boss di ‘ndrangheta Giuseppe Morabito, detto Peppino Tiradritto, su cui stava indagando da tempo la Procura di Cremona.
"Guarda che la partita è fatta. L’ha fatta Sculli", avrebbe detto Ilievsky riferendosi a Lazio-Genoa. Il giorno dopo lo stesso Ilievski, il cui telefono era già sotto controllo, chiamò Mensurati cercando di ritrattare, soprattutto sul nome di Sculli.
Come emerge dall’ordinanza che il gip di Cremona Savini, ecco come si sono svolti i fatti:

"L’ira di Ilievski riguarda il fatto che il giornalista abbia pubblicato la notizia del coinvolgimento di Sculli, non tenendo conto che le rivelazioni erano state formulate in via del tutto confidenziale. Al telefono, Mensurati obietta che le informazioni erano state rivelate dal macedone in un contesto di intervista. “Ascolta, Hristian! Ascolta, Hristian! Tu hai detto Sculli ed io ho chiesto: Sculli?”. E tu hai detto: “Un milione per cento!” Ricordi? “Un milione per cento!” (…) Nel prosieguo della conversazione, Ilievski, consapevole di essere intercettato e spaventato, si muove su più fronti con argomentazioni insostenibili (…) con il chiaro intento di inquinare il tutto.

Chiaro?
No.
Perchè pronta era arrivata la smentita del diretto interessato, Giuseppe Sculli ai microfoni di RTL 102,. Eccola:

Non sapevo chi fosse questo personaggio fino a ieri mattina, poi il mio avvocato mi ha spiegato che è un latitante lontano dall'Italia e che è uno che dice un sacco di stronzate . Quello che mi dispiace è che ci siano dei giornalisti italiani pronti a scrivere certe cose che non stanno né in cielo né in terra, ma solo per sentito dire. Oggi ho visto che hanno un po' rettificato la situazione dicendo che questo personaggio non mi conosce, quindi non mi preoccupo. Io ho già preso il mio avvocato e in questi giorni sporgeremo querela.

Adesso la palla ripasserà agli inquirenti che dovranno decidere chi è degno di essere ascoltato e considerato attendibile. Attraverso i fatti, non solo a parole.

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