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Calcioscommesse, Conte chiede l’interrogatorio

Il commissario tecnico della Nazionale prima della fine di aprile sarà interrogato a Cremona dal pm Di Martino. In questo modo Conte proverà a evitare il rinvio a giudizio.
A cura di Alessio Morra
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Entro la fine di aprile Antonio Conte sarà interrogato dal pubblico ministero di Cremona, Roberto Di Martino, titolare dell’inchiesta sul Calcioscommesse. Il commissario tecnico della Nazionale ribadirà la propria innocenza e soprattutto di sentirsi estraneo alle accuse. In questo modo Conte e i legali della Federcalcio sperano di far cadere l’accusa di frode sportiva risalente al periodo in cui allenava il Siena ed evitare il rinvio a giudizio. Ipotesi nefasta perché, se arrivasse, creerebbe grossi danni d’immagine anche alla Figc. Il nome dell'ex bianconero è finito sotto la lente della magistratura per due partite del 2011, Novara-Siena (2-2) e Albinoleffe-Siena (1-0), sulle quali ci sarebbe il sospetto di combine.

Evitare il rinvio a giudizio – Il pubblico ministero Di Martino, che lo scorso febbraio ha chiuso l’inchiesta dopo quasi tre anni di indagini, a maggio emetterà le richieste di rinvio a giudizio. Ma a fine di aprile scadono i termini per la presentazione delle istanze di patteggiamento da parte degli indagati e molti di questi avrebbero chiesto al procuratore di essere ascoltati per poter chiarire la propria posizione. I legali della Federcalcio, come riportato da ‘La Gazzetta dello Sport', hanno presentato la richiesta d’interrogatorio per il commissario tecnico, che ha già inviato un memoriale in cui risponde, giuridicamente, alle contestazioni di Di Martino. In questo modo Conte e gli avvocati sperano di evitare il rinvio a giudizio.

Condannato nel 2012 – La giustizia sportiva aveva già condannato, nell’estate del 2012, Conte per omessa denuncia. Conte, che era tecnico della Juventus, fu squalificato per 10 mesi (poi ridotti a 4) per l’omessa denuncia di Albinoleffe-Siena, uno dei due match per cui è ancora accusato. All’epoca fu accertato che l’allenatore era a conoscenza del reato, ma non lo denunciò alla procura federale. Mentre per il match con il Novara Conte fu assolto perché non vennero trovati risconti alle parole di Carobbio, che aveva accusato il suo ex allenatore. Conte anche adesso sostiene di non essere direttamente implicato in alcun modo nelle combine di quelle due partite.

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