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Calciopoli, l’Inter non spiò De Santis

Secondo la sentenza della Corte di Cassazione non esiste alcuna prova di dossieraggio nei confronti dell’ex arbitro.
A cura di Alessio Morra
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L’Inter secondo la sentenza numero 17547 della Corte di Cassazione, depositata lo scorso 3 settembre, non avrebbe spiato l’ex arbitro Massimo De Santis. Il procedimento riguarda la causa per risarcimento danni intentata da De Santis nei confronti dell’Inter. Secondo l’accusa Moratti, Facchetti e Tronchetti Provera nel 2002 affidarono a Giuliano Tavaroli l’incarico di spiare De Santis per redigere un dossier denominato: ‘Operazione Ladroni in relazione al cosiddetto sistema Juventus’.

Le motivazioni della sentenza della Cassazione – La notizia è stata rivelata dal giornalista del Sole 24 Ore Marco Bellinazzo, che ha ricordato che per l’attività di spionaggio e dossieraggio Tavaroli e Cipriani, titolare dell’agenzia investigativa, hanno subito una condanna in ambito penale. La Cassazione ha confermato quanto stabilito dal tribunale di primo grado in sede civile, ma solo in parte perché secondo i giudici l’Inter non ha utilizzato a proprio favore i dossier sull’ex fischietto di Tivoli: “non vi è prova che la raccolta delle informazioni sia imputabile a Fc Internazionale, sulla base di tutte le risultanze probatorie in atti, da cui risulta che, gli accertamenti illeciti furono materialmente posti in essere dai dirigenti responsabili del cosiddetto gruppo Pirelli-Telecom, anche attraverso strutture societarie a essi facenti capo, e, sul piano giuridico-economico, il costo degli abusivi accertamenti fu sostenuto solo da Pirelli spa; laddove solo il teste Tavaroli aveva dichiarato di aver ricevuto l’incarico di spionaggio dalla società calcistica, dichiarazione, tuttavia, di scarsa rilevanza probatoria, atteso che detto incontro sarebbe avvenuto soltanto alla presenza di Giacinto Facchetti, che tuttavia era venuto a mancare pochi giorni prima della deposizione in questione, dunque senza la possibilità di acquisirne riscontro; del resto, la situazione si palesa diversa dalla vicenda Vieri, ove la fatturazione delle prestazioni volte ad acquisire illecitamente dati personali è avventura nei confronti della società predetta. Inoltre non vi è prova che l’Inter abbia utilizzato a proprio favore i dati personali di De Santis, tant’è che non ci sono state indagini penali contro i suoi dirigenti. E la ‘pesante condanna di De Santis da parte del Tribunale di Napoli per reati di frode sportiva non è derivata dal cosiddetto dossieraggio svolto a suo carico”.

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