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Calcio, vota l’allenatore dell’anno 2013 (video)

Rudi Garcia, Rafa Benitez, Antonio Conte, José Mourinho, Jürgen Klopp, Jupp Heynckes…chi è il miglior allenatore del 2013?
A cura di Giuseppe Cozzolino
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rudi garcia

Vujadin Boškov diceva che "nel calcio c'è una legge strana: giocatori vincono, allenatori perdono". Ma ci sono anche delle eccezioni, come la Roma di Rudi Garcia: il tecnico francese, appena arrivato nella Capitale si è preso infatti gran parte dei meriti per una cavalcata a tratti trionfale della squadra giallorossa, capace di inanellare qualcosa come dieci vittorie di fila nella prime dieci giornate di campionato (record assoluto nel campionato italiano) e che anche ora è l'unica squadra imbattuta della Serie A, con ben 12 vittorie e 5 cinque pareggi in queste prime 17 giornate. Il grande merito di Rudi Garcia è stato quello di ridare fiducia ad un ambiente che sembrava vittima di depressione cronica, è stato capace di prendersi grosse responsabilità individuali (prima del derby, andò in conferenza stampa a dire: "Il derby non si gioca: si vince". Finì 2-0 per la Roma) e capace anche di riscoprire giocatori che sembravano cotti (la cessione di Gervinho fu salutato dai tifosi dell'Arsenal con applausi: oggi è diventato un grande rimpianto). E' sicuramente lui il candidato in testa al titolo di allenatore dell'anno 2013.

L'entusiasmo di Benitez e il neorealismo di Conte. Due allenatori "inseguono" il titolo di allenatore dell'anno a pari merito: da un lato Benitez, dall'altro Conte, così diversi eppure così tanto simili. Benitez sembra un professore universitario: calmo e pacato fuori così come sono spregiudicate ed arrembanti le sue squadre in campo, era l'uomo giusto a Napoli dopo 4 anni di ricostruzione affidata a Walter Mazzarri. Sotto questo punto di vista, De Laurentiis ci ha visto giusto: se vuoi uscire dall'ottica nazionale e proiettarti sugli scenari internazionali, allora hai bisogno di persone in grado di gestire un ambiente difficile come Napoli e, contemporaneamente, far abituare i napoletani alle (inevitabili) sconfitte che possono maturare da un atteggiamento molto offensivo della squadra. E ci è riuscito benissimo: dopo i trionfi con Liverpool e Valencia, quest'anno ha vinto anche col Chelsea prima di sbarcare nel Golfo di Napoli. Dove è stato chiaro: si gioca per vincere. Ed infatti, 12 punti in un girone con Borussia Dortmund, Arsenal e Marsiglia: non si sperava nessuno alla vigilia della Champions. E comunque, non sono bastati ad andare agli ottavi di finale (record assoluto). Conte è invece molto più realista: la Juventus prometteva benissimo in campionato (dove sembra "condannata" a vincere il terzo scudetto di fila) ma poco in Champions. Certo, nessuno si aspettava l'eliminazione alla fase a gironi, ed il fatto che sia avvenuta nella figuraccia (della UEFA) ad Istanbul è solo un caso. In realtà, la differenza si è vista in Europa, dove le altre squadre comprano e pagano fior di campioni, mentre la Juventus deve cercare i saldi: Llorente a parametro zero e Tevez a 9 milioni la dicono lunghissima. Ma nonostante questo, non si possono negare i meriti di Conte, capace comunque di impostare una mentalità vincente ad una squadra che comunque, prima di lui, collezionava settimi posti.

lo special one

Lo "Special One", tornato al suo amato Chelsea, vuol continuare la sua scia di successi. A Madrid ha fallito l'obiettivo Champions League, ma ha comunque dato filo da torcere al Barcellona, strappandogli una Liga, una Coppa ed una Supercoppa. Può sembrare poco, ma non lo è affatto se si considera che il Barcellona ha fagocitato tutto nei tre anni di Mou al Real. Al Chelsea, che lo aveva esonerato cinque anni fa dopo due Premier, tre coppe ed una supercoppe, ha ritrovato il suo habitat naturale. E tutto lascia credere che in Champions possa arrivare fino in fondo, stavolta da vincitore. Del resto, in Europa Mou non vince dalla magica notte dell'Inter del Triplete. Che guarda caso, conquistò il titolo proprio nella finale di Madrid.

Jürgen Klopp e Jupp Heynckes sono invece i due allenatori che hanno riscritto la storia del calcio tedesco. Heynckes quest'anno ha vinto ogni cosa con il Bayern Monaco, realizzando un triplete storico, che a Monaco ancora non è stato dimenticato. Oggi, ufficialmente "disoccupato", sembra destinato ad attendere l'esito del prossimo mondiale per capire se diventerà il selezionatore tedesco, che comunque è nel suo destino negli anni a seguire. Klopp, invece, ha portato una squadra operaia come il Borussia Dortmund, fino alla finalissima di Champions (poi persa contro il Bayern), dopo che gli anni scorsi aveva vinto due volte la Bundesliga, più una coppa ed una supercoppa. Il futuro è suo, anche perché il Borussia si sta confermando squadra solida anche quest'anno.

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