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Cagliari, Sacchi applaude Zeman: “In Italia, ce ne vorrebbero cento come lui!”

Dopo il vivace battibecco con Massimiliano Allegri, l’ex allenatore del Milan e della Nazionale torna a parlare. Questa volta, però, dedicando complimenti sentiti al collega boemo.
A cura di Alberto Pucci
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"Zemanlandia" ha ufficialmente riaperto i battenti. Dopo una lunga chiusura, dovuto all'infelice ritorno a Roma, il grande parco di divertimento calcistico è tornato a strappare sorrisi e consensi. Al Cagliari, sono bastate due partite "alla Zeman" (contro Inter e Verona) per far tornare in rima pagina il tecnico boemo, forse troppo prematuramente pensionato da tutti quanti. L'ultimo, in ordine di tempo, a salire sul carro dei vincitori (si fa per dire) e ad applaudire Zdenek Zeman è stato Arrigo Sacchi. Intercettato da Radio Capital, il "martello" di Fusignano ha ribadito la sua stima per l'attuale allenatore del Cagliari: "L'ultima partita più bella, che ho visto di recente, è stata proprio quella dei sardi a Verona – ha dichiarato Sacchi – La squadra di Zeman gioca un calcio propositivo e divertente. Nel calcio italiano ci vorrebbero cento allenatori come lui".

Elogio al boemo – Da sempre sostenitore convinto del gioco offensivo e spettacolare, l'ex allenatore del Milan e della Nazionale ha spiegato la filosofia alla base del gioco di Zeman: "Per lui l'importante è trovare giocatori disponibili – ha spiegato Sacchi – Quando aumenta la qualità cresce anche l'egoismo, e viene meno la disponibilità. Se guardiamo al calcio come ad un gioco individuale, ogni assenza diventa pesante. Se invece lo si vede come gioco collettivo, ci sarà sempre un componente della rosa a sopperire alla mancanza di un giocatore. Questa filosofia è l'unica che può valorizzare i giovani". Reduce da uno spiacevole battibecco in diretta televisiva con l'allenatore della Juventus, Arrigo Sacchi ha poi concluso il suo intervento ricordando quella che, da sempre, è la sua idea di calcio: "Un allenatore dovrebbe scegliere i giocatori non tanto per le qualità tecniche, ma piuttosto per quelle funzionali al suo progetto. Il calcio è nato come sport offensivo, siamo stati noi italiani a tramutarlo in difensivo".

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