Cagliari, dimissioni Zeman
Dimissioni. Zdenek Zeman le ha rassegnate al presidente Giulini nelle ultime ore (poi confermate con comunicato ufficiale da parte del club) mettendo la parola fine sulla seconda esperienza (vi era tornato dopo l'esonero) alla guida del Cagliari. Più che la sconfitta maturata contro il Napoli – come rilancia l'Unione Sarda – a spingere il boemo alla decisione estrema sarebbe il rapporto ormai logoro con la squadra apparsa demotivata e soprattutto sfiduciata rispetto alla possibilità di raggiungere la salvezza (rossoblù penultimi a 21 punti). Il gruppo non lo segue più, in allenamento non c'è la dose d'impegno necessaria per trarsi d'impaccio da una classifica terribile e allora l'ex giallorosso ha deciso di staccare la spina. L'aggressione avvenuta sabato scorso, proprio alla vigilia della sfida coi partenopei, ha complicato ulteriormente la situazione rendendola di fatto ingestibile. "Ho fatto tutto il possibile – avrebbe confessato ad alcuni amici – perché il Cagliari si salvasse, adesso è giunto il momento che ognuno si assume le proprie responsabilità. A cominciare da me, per questo ho deciso di dimettermi".
Chi succederà al boemo? A comunicarlo è la stessa dirigenza rossoblù. "La guida tecnica della prima squadra è stata affidata fino al termine della stagione a Gianluca Festa. Lo staff sarà composto dai collaboratori tecnici David Suazo e Gustavo Aragolaza, dal preparatore atletico Gianfranco Ibba e dal preparatore dei portieri Giomaria Ruiu".
Lo Zeman-bis si chiude senza gloria e con il rammarico di aver visto crollare un progetto che da sempre è stato il suo marchio di fabbrica: allevare calciatori, svezzarli con la ferrea disciplina degli schemi e del lavoro, farli crescere abbastanza da creare un gruppo compatto e deciso a lottare nonostante le difficoltà d'una rosa tecnicamente inferiore rispetto alla media della Serie A. L'avventura del boemo era iniziata sotto i migliori auspici fino a interrompersi bruscamente quando la dirigenza decise che doveva essere Zola il tecnico al quale affidare la rimonta in classifica. Nemmeno l'orgoglio sardo è bastato per cambiare il corso delle cose, fino a quando la situazione non è esplosa con l'irruzione in ritiro degli ultrà che accusano i calciatori (alcuni di essi in particolare) di scarso impegno e poca professionalità.