Buon compleanno, Inter: 104 pazzi anni di storia nerazzurra
.
Nascerà qui al ristorante "L'orologio", ritrovo di artisti, e sarà per sempre una squadra di grande talento. Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l'azzurro sullo sfondo d'oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perchè noi siamo fratelli del mondo. (Milano, 9 marzo 1908)
Non possono che iniziare così i festeggiamenti per il 104° compleanno nerazzurro, società fondata da una costola del Milan, da 43 ‘dissidenti' che decisero di cambiare la storia del calcio milanese, italiano e internazionale che accade oggi, 9 marzo a pochissimi giorni dopo il 17° compleanno di presidenza di Massimo Moratti.
I dissidenti con lo spirito internazionale nel DNA
Il Football Club Internazionale Milano (oggi, semplicemente Inter) nacque, come già ricordato, al ristorante "L'Orologio" di Milano, la sera del 9 marzo 1908, da un piccolo gruppo di 43 dissidenti dall'allora unica squadra di milano esistente – il Milan Football and Cricket Club, l'attuale Ac Milan – guidati dal pittore, scrittore e artista futurista Giorgio Muggiani. Il motivo? Semplice: nella società dai colori rossoneri era arrivato il divieto di far arruolare altri calciatori stranieri a quelli già presenti nella rosa, ponendone un limite oltre il quale non si poteva andare. E invece, proprio gli stranieri erano per gran parte l'ossatura delle nuove società di calcio che stavano sorgendo e il fatto di non arruolarli parve essere irriconoscente verso di loro, oltre ad apparire già anacronistico nel calcio di inizio del XX secolo.
A dimostrazione di quanto fosse marcato il contrasto che diede luogo alla scissione tra i dirigenti del Milan per formare l’Internazionale ci sono alcuni particolari proprio degli inizi. La prima formazione interista aveva tra le sue fila ben otto svizzeri su undici giocatori. Va ricordato che in quegli anni la massima espressione calcistica era quella delle nazionali britanniche, ma nell’Europa continentale i calciatori più forti erano considerati gli svizzeri (solo anni dopo ungheresi e austriaci divennero “maestri del calcio”).
E così quel nome "Internazionale" che sottolineava il carattere cosmopolita della squadra, era stato voluto anche in contrasto al nome del Milan, che era invece dedicato(in dialetto meneghino) alla città. È quindi nel DNA nerazzurro avere in formazione molti calciatori stranieri, fatto che ne ha caratterizzato la storia fino agli attuali anni recenti.
Nero, azzurro e oro, in contrasto con il Milan
Proprio Muggiani scelse anche i colori che avrebbero rappresentato l'emblema della società: il nero e l'azzurro.
Erano quelli, infatti, gli unici colori rimasti a disposizione di Muggiani, insieme all'oro, e da quel trittico cromatico nacque anche l'idea dei colori della nuova società e l'ideazione del logo. Anche perchè erano colori perfetti, che si scontravano con il nero e il rosso del – già primo grande rivale – Milan, come testimoniato in una intervista dal figlio dello stesso Muggiani. Nero, azzurro e oro: anche questi furono le tinte del logo creato dallo stesso pittore milanese, fondatore e segretario della nuova società, in una scelta che, per l'epoca apparse già all'avanguardia, con una modernità tale che ancor oggi si considera lo stemma interista uno tra i più ricercati e complessi per bellezza e composizione.
Quando al regime fascista non piacque quell' ‘Internazionale' provocatorio
Proprio mentre la secessione dal Milan divenne in pratica realtà, Muggiani elaborò il logo e la maglia neri e azzurri, che saranno i colori ufficiali del club fino al 1928. Con l'inizio del ventennio fascista, l'Inter, simboleggiata in questo periodo dal mitico e dissidente centravanti Giuseppe Meazza, si trovò costretta però a mutare il proprio nome per ragioni politiche; "Internazionale", infatti, era considerato un nome troppo poco italiano e soprattutto simile quello della Terza Internazionale Comunista . Così nel 1928 ci furono dei cambiamenti storici che ne segnarono una ‘seconda era'. L'Inter si fuse con l'Unione Sportiva Milanese e assunse la denominazione di Società Sportiva Ambrosiana, poi mutata in Ambrosiana-Inter fino al 1945. Ma il 1928 fu anno di cambiamenti radicali anche nei colori sociali della ‘prima maglia': la divisa ufficiale divenne bianca rossocrociata (i colori di Milano) e segnata dal Fascio littorio. Dal campionato successivo e fino all'estate 1932
si ritornò però alle fasce verticali nerazzurre, affiancate dai colori della U.S. Milanese, con cui l'Inter nel frattempo si fuse. Inizialmente si scelse un emblema circolare a scacchi bianconeri, poi, per far spazio allo scudetto vinto, gli scacchi vennero spostati dalle maglie al colletto.
Gli errori di grammatica e di data sulla maglia del centenario
Sulla maglia nerazzurra, in tempi molto più moderni, ci sono altre aneddoti curiosi. Per il 2007-08, l'anno del centenario per la società nerazzurra, la seconda maglia riprese la divisa storica dell'Ambrosiana: lo scudo crociato rosso su sfondo bianco (simbolo di Milano) e al centro lo scudetto al posto del Fascio littorio. La maglia venne presentata al pubblico durante la festa per il quindicesimo scudetto dell'Inter, indossata da tutti i giocatori e dagli ospiti invitati in campo a San Siro. Nella prima versione di questa divisa erano però presenti due grossolani errori sulla toppa celebrativa applicata sul fianco sinistro: la prima svista riguarda la data di nascita della società (era riportato l'8 marzo 1908 anziché il 9 marzo), la seconda era di natura ortografica ("100 anni nerazzuro" con una sola erre). La versione difettosa fu ritirata dal mercato e oggi è diventata un pezzo da collezione. Nella stagione 2010-2011, invece, all'indomani della vittoria nel Mondiale per Club, sulla maglia dell'Inter non si riuscì a trovare più posto per inserire l'ennesimo stemma. C'erano già la coccarda tricolore di vincitore della Coppa Italia, al centro lo scudetto del campionato appena vinto e sul cuore lo stemma sociale (che, dopo la stagione 1965-66 l'Inter riportava la prestigiosa "Stella d'Oro al Merito Sportivo", che rappresentava la vittoria di dieci campionati italiani) insieme al logo dello sponsor tecnico, così si scelse di inserire lo stemma dorato di Campioni del Mondo al centro della divisa, spostando tutti gli altri, salvando lo sponsor storico ‘Pirelli' che, in una proposta iniziale, si pensava potesse essere messo dietro la schiena subito sotto al numero di maglia come accade nei campionati sudamericani.
Sempre in serie A… ma quello spareggio del '21-22?
Nel 1910 l'Inter vinse il suo primo scudetto, cui seguirono delle stagioni deludenti. Con lo scoppio della prima guerra mondiale fu interrotta l'attività sportiva che riprese nel 1920; a tale anno risale il secondo successo nazionale dei nerazzurri. A seguito della scissione tra FIGC e CCI, nella stagione 1921-1922 l'Inter si piazzò ultima nel proprio girone della CCI e doveva, per rimanere nella massima serie, disputare uno spareggio salvezza contro una squadra diSeconda Divisione. Tuttavia, prima che lo spareggio si disputasse, due mesi dopo la fine del torneo, avvenne la riunificazione del campionato, avvenuta sulla base del Compromesso Colombo che, derogando alle regole prestabilite, stabiliva degli spareggi incrociati tra squadre FIGC e squadre CCI. L'Inter riuscì a salvarsi battendo prima la cadetta S.C. Italia di Milano come stabilito dall'iniziale regolamento CCI (vinta dall'Inter a tavolino per 2-0 in quanto gli avversari non poterono schierare 11 giocatori, per motivi legati alla leva militare obbligatoria) e poi come stabilito dal Compromesso Colombo con la squadra FIGC Libertas Firenze. I nerazzurri si imposero per tre reti a zero in casa e pareggiarono per 1-1 in trasferta, rimanendo di conseguenza nella massima categoria.
Le ‘prime volte' da primato: sulle figurine ‘Panini', in televisione e su internet
Il calciatore interista Bruno Bolchi fu protagonista della prima figurina stampata della raccolta "Calciatori Panini". Il club nerazzurro invece, fu il primo, insieme con il Palermo, ad apparire in una trasmissione sportiva, per precisione "La Domenica Sportiva". Era il 3 gennaio 1954, lo stesso giorno in cui cominciarono ufficialmente le trasmissioni televisive sul canale RAI-Radio Televisione Italiana. Negli anni sessanta inoltre, l'Inter fu la prima squadra al mondo ad introdurre gli abbonamenti stagionali allo stadio in seguito alla nascita spontanea dei primi club di tifosi organizzati. Il 30 luglio 1995, la squadra nerazzurra fu anche la prima società calcistica italiana a dotarsi di un sito internet, inter.it, per 15 anni il più visitato al mondo di un club calcistico e il secondo sito sportivo più visitato in Italia.
Storie di marketing: dal sito più cliccato, alla squadra più amata. Fino al viaggio nello spazio
Il sito conta un milione e quattrocentomila “unique users” e diciotto milioni di pagine visitate al mese. Attraverso il sito sono già stati raccolti i dati e le caratteristiche di 205.000 utenti (in gergo tecnico si dice che sono stati profilati). Inter.it è da anni il sito sportivo italiano più letto dai tifosi (Dati Nielsen Netratings) dopo Gazzetta.it. Ha vinto tre edizioni del premio del Sole 24ore e il premio Sport Marketing 2003 quale miglior sito di club in occasione dell’Expogoal.
L’Inter, secondo un recente sondaggio della Nielsen, fra tifosi “del cuore” e “simpatizzanti”, ora conta oltre sette milioni e cinquecentomila supporter, seconda in Italia (mentre si attesta all'ottavo posto tra tutte le squadre europee) dietro alla sola Juventus, che ne conta quasi dodici milioni e trecentomila, e fin dal 1995 è la prima squadra di Milano. Sempre secondo il sondaggio della Nielsen, la schiera dei supporter dell’Inter si trova spalmata sul territorio nazionale secondo queste percentuali: Nord Ovest 39,02%, Nord Est 18,46%, Centro 10,86%, Sud e Isole il 31,57%. Il brand dell’Inter, nel sondaggio, appare associato a valori importanti quali Storia e Tradizione (56%), Internazionalità (44%), Popolarità (44%), Mito (39%).
Nel maggio 2011, la società nerazzurra ottenne l'ennesimo primato: la maglia dell'Inter fu la prima divisa di una squadra di calcio al mondo a volare nello spazio. Merito dell'astronauta italiano Paolo Nespoli, che in conclusione della missione "MagISStra" indossò la maglia nerazzurra, regalatagli il giorno del suo compleanno. Le fotografie dell'astronauta interista fecero il giro del globo ebbero grandissima ridondanza (con conseguente apmliamento dei panorami d'investimento) soprattutto tra le popolazioni asiatiche, Cina, Indonesia e Giappone, in primis.