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Buffon: “Juve indegna. Niente alibi, sono da perdenti”

La rabbia del portiere dopo la sconfitta col Sassuolo: “A 38 anni non ho voglia di fare la figura da pellegrini”.
A cura di Maurizio De Santis
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Fischia il vento, infuria la bufera. Laggiù, nella bolgia della bassa classifica, fa un freddo da ghiacciare il sangue nelle vene. Juve a -11 dalla vetta. Juve battuta dal Sassuolo (quarta sconfitta in dieci match di campionato). Juve piegata da Sansone – gol su punizione – e incapace di abbozzare una reazione. Juve che perde la testa e poi Chiellini, Berardi lo fa ammattire: doppio giallo, espulsione record (non accadeva dalla stagione 2007/2008, allora in campo c'erano Del Piero e Trezeguet, di fronte c'era il Parma). Juve che se la prende con l'arbitro per la direzione di gara, pure questo è il segno dei tempi che cambiano. "Complimenti", gli urla in faccia Allegri. Non fanno complimenti Marotta e Paratici che strigliano la squadra, l'allenatore, tutto quel che si para loro davanti. Perché se ti chiami Juve non sono accettabili prestazioni come sulla via Emilia. Perché il rinnovamento, da solo, non basta a spiegare la 14sima posizione e un gap così largo e preoccupante dalle prime posizioni.

La rabbia di Buffon: "Indegni"

"A 38 anni non ho voglia di fare la figura da pellegrini". Buffon non fa giri di parole, nemmeno cerca attenuanti rispetto a quanto accaduto contro il Sassuolo. Alza la voce, può farlo. Ha i capelli bianchi e l'autorevolezza per dare una scossa al gruppo. "Chi indossa la maglia della Juve deve moltiplicare gli sforzi, deve lottare e sudare sempre. Altrimenti si rischiano figuracce. Il primo tempo è stato indegno, in campo non c'eravamo. Mancava intensità, mancava tutto… non siamo riusciti a vincere nemmeno un contrasto". Dolenti note, tra le quali il portiere della Nazionale non mette l'arbitro. Anzi, rincara la dose: "Dovremo incominciare a protestare un po' meno con gli arbitri. Quando sbagliano, lo fanno sempre in buona fede. E un loro errore non può essere un alibi. Non è da Juve, è da perdenti. E alla Juve non sono abituato ad avere questa mentalità".

Il rinnovamento non è un alibi

"E' vero, abbiamo cambiato molto – ha concluso Buffon -. Ma questa poteva essere una spiegazione valida fino a un mese fa. Poi se disputi prestazioni importanti e alla fine giochi male come col Sassuolo per un tempo non ci sono giustificazioni. Lo scudetto? Adesso siamo quattordicesimi, pensiamo al tredicesimo posto".

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