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Brasile, Mario Jardel indagato per corruzione e riciclaggio

L’ex-attaccante di Porto e Galatasaray, che ha vestito anche la maglia dell’Ancona, incastrato da registrazioni audio e video.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Guai in Brasile per Mario Jardel: l'ex-attaccante carioca, che in Europa ha vestito anche le maglie di Porto, Galatasaray ed Ancora, è stato sospeso per 180 giorni dal parlamento gaucho in maniera cautelare, dopo l'avviso di garanzia ricevuto dalle autorità. Jardel è infatti indagato per una lunga serie di reati, che vanno dalla corruzione alla truffa, passando per peculato, falsificazione di documenti e riciclaggio di denaro, senza contare i sospetti degli inquirenti riguardo un suo presunto coinvolgimento in finanziamenti al narcotraffico. Le indagini, dopo mesi di intercettazioni telefoniche e video, ha fatto scattare le misure cautelari.

I media brasiliani hanno già diffuso le prime immagini: in un video, si vedrebbe Jardel negoziare una tangente di tremila reais, pari a settecento euro, ma ci sarebbero a suo carico anche numerose conversazioni telefoniche. Se le prove attualmente al vaglio saranno confermate, per Jardel si metterebbe malissimo: si calcola che l'intero sistema di cui è accusato portasse nelle sue tasche tra i quindici ed i ventimila euro mensili. E dire che il suo ingresso in politica era stato preceduto dalle "scuse" pubbliche per i suoi vizi del passato: dai problemi di droga, già ammessi ai tempi in cui timbrava regolarmente il cartellino con la maglia del Porto (168 reti in 174 gare), e che lo aveva portato poi a girare per mezza Europa, compresa l'Italia dove aveva vestito per un anno la maglia dell'Ancora.

Alle ultime elezioni si era presentato nelle liste del Partito Socialdemocratico, conquistando anche un posto nel parlamento dello stato di Rio Grande do Sul. Ed era appena un anno fa: ma le indagini che lo stanno travolgendo potrebbero dare il colpo di grazia al morale del brasiliano, i cui appartamenti ed uffici sono stati già oggetto di perquisizioni da parte degli inquirenti. Seppur presunto innocente, infatti, le prove contro di lui appaiono schiaccianti: ed ora rischia davvero di tornare nel baratro da cui, appena un anno fa, giurava di essere uscito.

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