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Italia verso il Mondiale 2014 in Brasile: all-in su SuperMario Balotelli

Prandelli punta su di lui per far ritornare grande una Nazionale alla ricerca del quinto titolo mondiale. Compito più che arduo per gli Azzurri che non partono con i favori dei pronostici.
A cura di Alessio Pediglieri
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Quattro Mondiali, quattro storie completamente diverse ma unite dal filo unico dell'Azzurro. L'Italia di Prandelli si appresta ad affrontare la sfida di Brasile 2014 con un'eredità enorme perché dovrà riuscire a mantenere alto l'onore di un Paese secondo solamente alla Pentacampeòn brasiliana e far dimenticare l'ultima sconcertante avventura iridata in Sudafrica quando Marcello Lippi rovinò parte della propria leggenda di commissario tecnico per ingordigia e supponenza dopo l'epopea del 2006. Non sarà facile per il tecnico di Orzinuovi in carica dal 30 maggio 2010 e che ha appena prorogato l'accordo con la Figc in attesa di diventare il primo plenipotenziario commissario tecnico della storia con poteri allargati a tutto il movimento azzurro. Sempre che non fallisca in Brasile perché contro una nuova delusione nulla potrebbe nemmeno una firma nero su bianco.

L'uomo etico – Dal 2010 ad oggi Prandelli ha condotto l'Italia attraverso un Europeo, perso malissimo in finale contro la Spagna 4-0 e una Confederations Cup, persa in semifinale ai rigori ancora contro le Furie Rosse. Due competizioni in cui l'Italia ha anche giocato bene mostrando un proprio stile di gioco e personalità ma senza mai convincere del tutto, proseguendo un proprio progetto tecnico che dovrebbe culminare proprio in Brasile. Dove ci andrà solamente chi lo merita sia per doti atletiche che per valori morali. Sì, perchè Cesare Prandelli pur non vincendo ancora nulla è entrato di prepotenza nella storia della Nazionale italiana per il suo "codice etico". Un'autoregolamentazione interna volta a punire qualsiasi atteggiamento e comportamento anti sportivo, in base al quale i calciatori che si rendono protagonisti di azioni aggressive o antisportive non saranno convocati in Nazionale.

La luna nel Pozzo – Vittorio Pozzo, Ferruccio Valcareggi, Enzo Bearzot, Marcello Lippi. Sono loro i punti di riferimento di Cesare Prandelli, sono loro i Commissari tecnici che hanno fatto grande la storia azzurra. Tutti uniti da vittorie epocali nelle loro gloriose gestioni. E Prandelli, a confronto con chi ha scritto la storia dell'Italia del calcio, oggi, dopo 4 anni, è in netto ritardo e non sembra avere le stigmate di chi può trionfare. Pozzo trovò il primo successo dopo un anno: nel '30 alzò al cielo la sua prima Coppa Internazionale (che oggi è stata sostituita dagli Europei). Valcareggi ci mette qualcosina in più per vincere: due anni. Insediatosi sulla panchina azzurra nel '66, conquista l'Europeo del '68. Come Marcello Lippi, il  Ct della notte di Berlino, il quarto Mondiale azzurro arrivato al secondo anno di gestione. Unico precedente cui aggrapparsi, quello di Bearzot che arrivato in Nazionale nel '75 dovette passare per la mancata qualificazione agli Europei del '76 e dal quarto posto ai Mondiali '78 prima di trionfare in Spagna nell'82.

SuperMario e i suoi fratelli – A dire come sarà l'Italia in Brasile sarà proprio la convocazione dei magnifici 23 azzurri che Prandelli deciderà di fare. Una decisione delicatissima che deciderà le sorti azzurre in SudAmerica dal prossimo 12 giugno. Mai come in questa occasione, il Ct azzurro ha problemi di abbondanza soprattutto dalla cintola in su con una straordinaria stagione da parte di molti attaccanti ed esterni offensivi che stanno popolando le notti di Prandelli. "Abbiamo un progetto" ha detto e ridetto il Commissario Tecnico eliminando sulla carta le speranze di ‘baldanzosi' vecchietti come Luca Toni, Francesco Totti, Antonio Di Natale. Per gli Over30 ci sarà – forse – spazio solo per un giocatore d'esperienza e la sfida sembra essersi ridotta a due, tra Gilardino e Cassano. Per il resto, spazio ai giovani. E ai dubbi. All'ultimo raduno si sono presentati ben 7 attaccanti, troppi: Balotelli, Cerci, Insigne, Cassano, Destro, Immobile, Gilardino. Almeno due di loro dovranno lasciare il posto senza dimenticare l'escluso d'eccellenza, Giuseppe Rossi un punto di riferimento venuto meno per i continui infortuni subiti. Non toccherà di certo a SuperMario su cui Prandelli punta da sempre per un rilancio definitivo dell'Italia e di un talento che fatica tantissimo a consolidarsi.

Blocco Juve – Più facile le scelte sulla linea mediana dove i ‘senatori' non lasceranno spazio a nuove leve assolute. Proprio a centrocampo, il credo prandelliano muta radicalmente rispetto all'attacco rivolgendosi ad un gruppo di giocatori da tempo inseriti nel giro della Nazionale: l'esperienza è ciò che serve laddove il gioco nasce e si costruisce e quindi sicuro spazio ai vari Pirlo, Thiago Motta, De Rossi, Montolivo, Candreva, Marchisio. Saranno loro la spina dorsale azzurra così come per la difesa dove il ‘blocco Juventus' storicamente si ripresenterà in nazionale da Buffon in porta a Barzagli, Bonucci e Chiellini in difesa. Certo, qualche nome nuovo ci sarà, come De Sciglio, Romulo, Paletta ma saranno inserimenti centellinati.

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