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Bologna-Napoli, Bigon senior ricorda il secondo scudetto

L’allenatore del secondo scudetto del Napoli racconta quell’indimenticabile partita del 22 aprile 1990.
A cura di Francesco Ferrara
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Bigon, allenatore del secondo scudetto del Napoli

In quello storico Bologna-Napoli del 22 aprile 1990 Albertino Bigon sedeva sulla panchina azzurra, e ricorda perfettamente quella giornata a distanza di 21 anni: "Facemmo tre gol in un quarto d'ora: Careca, Maradona e Francini. Poi cominciò un'altra partita, quella a Verona via radio. In panchina si ascoltava la radiolina, ma non ce n'era bisogno. I boati dei napoletani ci fecero capire cosa accadeva a Verona".

Ed infatti il popolo azzurro fu una vera e proprio radiolina umana, le loro urla di gioia erano chiare: il Milan stellare stava perdendo a Verona, ed il Napoli si avviava verso il suo secondo tricolore. Bigon difende a denti stretti quello scudetto, nonostante molti milanisti si appigliano ancora a quella famosa monetina che colpì Alemao in Atalanta-Napoli, che sancì la vittoria a tavolino degli azzurri: "Ho ricordato a Sacchi in un programma radiofonico– dice Bigon- che quello scudetto lo avremmo vinto anche senza quella vittoria a tavolino, perchè chiudemmo con due punti di vantaggio, la matematica non è un'opinione. A quel tempo le regole erano quelle, noi non giocammo sporco".

Il Napoli di oggi vuole ripetere le imprese eroiche di quello squadrone inarrivabile, si può riscrivere la storia. I biglietti per Bologna-Napoli 2011 sono andati a ruba, i tifosi napoletani ci credono e sono pronti ad invadere Bologna. Secondo Bigon lo scudetto al Napoli rappresenterebbe uno spartiacque, la fine di un'era e l'inizio di un'altra: "Lo scudetto al Napoli rappresenterebbe tanto per la città, per il Sud, per il calcio. Così verrebbe interrotta l'egemonia di Juventus, Inter e Milan, spezzata sporadicamente dalla Lazio e dalla Roma. Se tornasse il tricolore a Napoli sarebbe una cosa importante".

La dinastia Bigon vuole lasciare un'altra firma indelebile nella storia del club. Bigon padre ci entrò seduto in panchina, la speranza è che possa entrarci anche Bigon figlio seduto dietro la scrivania. Sarebbe eccezionale per la famiglia Bigon, per la squadra e per la città, che freme e palpita come non faceva da 21 anni per poter realizzare un sogno più che mai possibile.

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