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Boateng e i peccati di gioventù: “Avevo tanti soldi e comprai 3 auto in giorno”

L’ex milanista, oggi al Las Palmas, si racconta al Daily Mail senza omettere particolari. Della sua esperienza in rossonero dice: “Il primo giorno fu per me un sogno. C’erano tanti campioni ma trovai il mio spazio. Ronaldinho per me è il migliore al mondo. Ibra è fortissimo e non è arrogante. Che onore sedere accanto a Pirlo”.
A cura di Maurizio De Santis
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Comprò 3 vetture in un giorno e poi posò orgoglioso davanti alla sua casa per una foto ricordo. Nel 2007 Kevin Prince Boateng aveva 20 anni, era un giovane forte e rampante, una promessa del calcio accolta dal Tottenham, peccato difettasse in personalità. O, per dirla in gergo, non avesse la testa a posto. Nell'intervista al Daily Mail l'ex centrocampista del Milan ripercorre le tappe della carriera e fa ammenda dei peccati di gioventù.

A distanza di anni (oggi ne ha 30 e con essi sulle spalle un bel po' d'esperienza accumulata sui campi di mezza Europa) sfoglia l'album dei ricordi, gli capita quell'immagine tra le mani e ammette: "Com'ero stupido…". E aggiunge: "Quando sei così giovane e ti ritrovi un ingaggio così alto, tanti soldi credi di poter comprare ogni cosa… donne, auto, amici, il mondo. Ma non è così".

Selvaggio e sentimentale. Cuore ribelle, spirito indomito, grandi potenzialità attirarono le attenzioni degli Spurs. Le cose, però, non andarono per il verso giusto. "Dopo un po' il club mi comunicò che non avremmo proseguito il rapporto. E allora decisi di godermi la vita… me ne andai in discoteca per tutta la notte". Possibile che nessuno fosse in grado di spingerlo a ragionare? Cattivi consiglieri gli offrivano suggerimenti sbagliati.

Quelli di allora non erano veri amici. Un vero amico mi avrebbe rimproverato, mi avrebbe detto che dovevo allenarmi e restare concentrato. Loro, invece, m'invitavano a uscire. Mi capitava di restare fuori anche fino alle 6 del mattino. Ero ingrassato e fuori forma. Bevevo e non mangiavo in maniera regolare. Quando mi sono visto allo specchio così mi sono detto che non era questa la vita che volevo. Non era questo ciò che volevo diventare.

Il Milan nel cuore. Il Portsmouth e poi i rossoneri, fu con l'arrivo in Italia che la carriera di Boateng imboccò la strada giusta. "Il primo giorno fu per me un sogno. C'erano tanti campioni ma trovai il mio spazio. Ronaldinho per me resta il migliore in assoluto. Ero seduto vicino a Pirlo e avevo l’armadietto che era stato di Beckham. Ibrahimovic? Non è affatto arrogante. In campo è professionale e serio, fuori è una persona molto gioviale".

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