Beppe Signori scommetteva sui buondì: ecco come cominciò la dipendenza
Nei giorni in cui il mondo del calcio italiano viene nuovamente travolto da uno scandalo, emergono alcuni particolari retroscena legati a Beppe Signori, arrestato in merito all’inchiesta calcio scommesse. L’ex attaccante di Lazio e Bologna, infatti, aveva l’abitudine di scommettere su ogni cosa fosse possibile farlo. Ad esempio, dieci anni fa, puntò mezzo miliardo di vecchie lire che sarebbe riuscito a sfondare il tetto delle duecento reti in Serie A – successivamente rivelatasi una scommessa persa, in quanto si è fermato a quota 188 –. Proprio queste sono le prime ‘scommesse assurde’ con le quali Signori si divertiva. Eppure il suo vizio non è mai stato nemmeno troppo segreto. In una intervista rilasciata nel 2000, l’ex bomber affermò: “È vero, scommetto. La cosa mi diverte tantissimo. E, spesso e volentieri, vinco. Penso non ci sia nulla di strano, niente di cui scandalizzarsi. Le scommesse sono state legalizzate e tutti possono farlo: non vedo perché i calciatori debbano ritenersi esclusi”.
Curioso anche l’episodio che vide Signori brevettare, in occasione del ritiro estivo di Sestola ai tempi del Bologna, la scommessa del Buondì Motta: mangiarlo, senza acqua o altro, entro trenta passi. Su questa bizzarra sfida il bomber scommetteva addirittura un milione alla volta. Successivamente, in merito a questa vicenda, Totti prese pubblicamente in giro il ‘Beppe nazionale’ alla vigilia di un Bologna-Roma: “Signori chi? L'ultima volta l'ho visto fare pubblicità al Buondì Motta”. In passato, durante l’attività agonistica, magari il vizio delle scommesse poteva assumere i contorni di un diversivo ma, secondo le indagini della procura di Cremona, allo stato attuale Signori sarebbe diventato addirittura uno dei boss del calcio scommesse. Certamente, per l’ex idolo calcistico, adesso sarà difficile dimostrare la propria innocenza in tribunale.