Benitez, così non va: 4 punti in 5 gare e la Champions rischia di diventare un miraggio
Quattro punti nelle ultime cinque partite in campionato. Per Rafa Benitez e il suo Napoli si è persa la via della vittoria e – mentre in Europa League tutto procede per il meglio – ancora una volta la macchina dello spagnolo si è inceppata in campionato. Confermando che il tecnico non riesca a gestire nel modo migliore i tornei a lungo termine mentre appare chirurgico e cinico nel match secchi o nei 180 minuti in cui gestire risultato e prestazione. Anche a Verona, il Napoli ha trovato l'ennesimo intoppo stagionale con una sconfitta nata dai piedi dell'eterno Luca Toni autore della doppietta schianta azzurri e che è arrivata dopo il pareggio a San Siro contro l'Inter (dopo essere stati in vantaggio per 0-2) e alla sconfitta rimediata contro il Torino l Comunale, con la ‘sberla' rifilata da capitan Glik alla (ex) armata azzurra che arrivava dal successo interno contro il Sassuolo e dalla sconfitta di Palermo (3-1). La squadra partenopea aveva nel mirino il secondo posto della Roma ma oggi si ritrova al quarto posto, con la Lazio e la Fiorentina con la freccia già accesa.
Non soltanto dunque, la delusione di vedere l'ennesima incompiuta di Don Rafè che sotto il Vesuvio non ha mai pienamente convinto ma anche il serio rischio di vedersi sfuggire la Champions League per lunghissimo tempo in salde mani partenopee. Gli errori di Verona potrebbero risultare dannatamente letali senza approfittare di un campionato che da qualche mese (Juventus esclusa) va avanti con il freno a mano tirato. Perché il dato certo è che questo Napoli non sa più vincere lontano dal San Paolo (3 sconfitte nelle ultime 3 trasferte) e nemmeno segnare (1 solo gol in tre partite esterne). E il tutto arriva tra una dichiarazione d'amore verso i propri tifosi e una notizia di mercato che vuole l'agente del tecnico in giro per l'Europa a contrattare un giorno con il Psg, l'altro con il City. Contraddizioni di una stagione che si sta riversando sull'andamento della squadra e sui risultati. Non è un caso che da qualche mese Benitez non sciorina più le percentuali che tanto allietavano i fine partita di inizio anno e che non si parli nemmeno più di un suo possibile rinnovo.
Non ha convinto, Benitez nel suo modo di porre la squadra in campo dove spesso (forse troppo) cambia i giocatori da schierare ma non il modulo. Anche perché non serve un Nobel per la matematica nel ricordarsi la vecchia regola delle scuole elementari secondo cui cambiando gli addendi, il risultato resta sempre il medesimo. E così questo Napoli, mai uguale a se stesso nei singoli ma sempre e troppo identico sè nel gioco da proporre all'avversario di turno. In una serie di occasioni mancate che stanno facendo storcere il naso anche al più convinto sostenitore di Don Rafè. Che non ha saputo nemmeno sfruttare quanto di buono sul mercato gli ha fornito Bigon con l'acquisto di Manolo Gabbiadini dalla Sampdoria, tra i più positivi e decisivo con le sue giocate e i suoi gol.
Adesso, non resta che evitare di gettare l'acqua sporca con il bambino. Qualcosa di buono c'è stato, come la vittoria in Supercoppa contro la Juventus e il cammino fino a questo momento in Europa League. Insieme agli elementi arrivati a gennaio, alla vena inesauribile di un Pepita sempre più leader indiscusso e all'attesa dell'oramai imminente ritorno di Insigne, le basi per ripartire da un livello più alto dell'attuale ci sono tutte. Perché il problema non è tecnico, ma sembra sempre più nel tecnico.