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Benevento, l’orgoglio di Oreste Vigorito: “Lasciamo la Serie A con dignità”

Nonostante la splendida vittoria contro il Milan, la formazione sannita è retrocessa matematicamente. “Ci siamo trovati in un mondo che non conoscevamo e con persone non consone per il contesto e questo ci ha condizionato”, ha denunciato il presidente giallorosso.
A cura di Alberto Pucci
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Il Benevento saluta la Serie A ed è pronto a ripartire con orgoglio dal campionato cadetto. Nonostante la clamorosa vittoria contro il Milan a San Siro, per la società di Oreste Vigorito è infatti arrivata la retrocessione a quattro giornate dal termine del campionato. Il presidente sannita, intervenuto ai microfoni di "Radio anch'io Sport" su Rai Radio1, ha commentato la fine dell'avventura giallorossa nel massimo campionato italiano.

"Abbiamo chiuso una Serie A in bellezza, anche se mancano ancora 4 partite e speriamo di continuare a dare uno spettacolo di dignità – ha dichiarato il patron giallorosso – Abbiamo perso la A ma ce l'abbiamo ancora ben presente sulla nostra pelle e sulla nella nostra testa. Sono 4 giornate in cui vogliamo far aumentare in noi il pensiero che forse potevamo farcela".

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La denuncia del presidente

La matematica retrocessione della squadra di De Zerbi, è stata dunque accolta senza particolari drammi. A camminare a testa alta, oltre alla dirigenza, sono gli stessi tifosi che hanno seguito con passione i giocatori fino allo spettacolo del Meazza: "Il mondo non finisce per una retrocessione – ha continuato Oreste Vigorito – Noi però abbiamo avuto un problema vero: siamo saliti sul treno della Serie A di corsa e ci siamo trovati su un vagone con persone magari non consone per il contesto e questo ci ha penalizzato molto".

"Abbiamo capito che in Serie A non bisogna arrivarci così, di botto, serviva qualche anno in più in Serie B per costruire a livello di squadra una struttura più solida – ha concluso il presidente del Benevento Anche quest’anno le ultime tre sono le neo promesse, non si può andare avanti così. Il prossimo anno? Se ci facciamo prendere dalla smania di tornare subito in A finisce che andiamo in Lega Pro. Costruirò una squadra per fare la B e se saremo bravi nel crescere e nell'evolverci in 12 mesi ben venga la A, altrimenti restiamo in B".

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