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Belgio, Kompany duro: “Il calcio? Come la prostituzione e il traffico di droga”

Il difensore centrale della nazionale belga ha confermato il malaffare presente nel calcio. Non solo nel suo Paese, denunciando poca chiarezza e trasparenza negli affari attorno alla compravendita dei giocatori e gli interessi collaterali: “Si dovrebbe denunciare in modo chiaro tutto ciò che si guadagna”
A cura di Alessio Pediglieri
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La Calciopoli belga è uno tsunami che rischia di travolgere tutto e tutti, uno scandalo a 360 gradi che sta minando le basi un movimento che da alcuni anni a questa parte stava crescendo in qualità e credibilità. Campioni di fama internazionale invidiati da molti (da Lukaku a Nainggolan, Mertens e Hazard) e una nazionale che anche negli ultimi mondiali ben si è comportata.

Ma alla fine, con lo scandalo servito all'opinione pubblica e in pasto alla stampa, tutto inizia a passare in secondo piano: pagamenti in nero, riciclaggio, affari di mercato poco chiari o dichiaratamente illeciti. E la polizia che sta indagando coinvolgendo club di primissima fascia e società storiche del calcio belga come Anderlecht, Genk, Gent e Club Bruges, finiti nel mirino delle indagini tra denunce e perquisizioni.

In tutto questo, il calcio, che ne esce ancora una volta maltrattato in un mal costume che oramai è sempre più diffuso. In Italia, nel 2006 fece scandalo ‘Calciopoli' la pagina più triste dell'intero nostro movimento calcistico, oggi tocca al Belgio. E difendersi diventa quasi impossibile davanti alle accuse circostanziate sui fatti incriminati.

La denuncia di Kompany. A conferma di un ambiente poco pulito, dove il denaro che gira in quantità industriale e spesso senza reali controlli spinge a comportamenti illeciti, ci sono anche alcuni diretti interessati, dirigenti, calciatori, professionisti che nel mondo dorato del pallone vivono e guadagnano. Come il difensore Vincent Kompany, pilastro della nazionale dei Diavoli Rossi, ha commentato lo scandalo del proprio paese.

I procuratori e gli affari poco chiari. Komapny in una intervista sull'argomento del momento, non solo in Belgio, ha puntato il dito soprattutto su una categoria che da sempre è invisa a molti, quella del procuratore. Glia agenti, coloro che assumono poteri quasi illimitati durante le trattative, coloro che guadagnano sui trasferimenti, coloro che spesso interagiscono direttamente con i club per strappare bonus e garanzie.

I procuratori? Resteranno importanti per i calciatori, il più delle volte proteggono i loro interessi. Ma perché non fare tutto questo in maniera trasparente? Perché non porre regole chiare e conosciute a tutti?

Il calcio come la prostituzione. Domande lecite, per prevenire anziché curare. Così come sulla gestione economica dei club e dei giocatori. Più trasparenza, sembra essere la ricetta di Kompany per evitare ulteriori scandali: "Se i salari dei giocatori fossero noti ci si potrebbe rendere conto di quanto si guadagna: nel calcio ci sono comportamenti che si avvicinano alle pratiche presenti nel traffico di droga o di esseri umani, o nella prostituzione. In questi mondi gira molto denaro ed è possibile che tanti pagamenti siano nascosti"

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