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Becky Vardy: “Quanti di voi avranno il coraggio di chiedermi scusa?”

La dolce metà del bomber Foxes posta messaggi critici nei confronti dei tifosi che l’avevano pesantemente accusata di aver spinto il giocatore verso l’Arsenal. Ora che ha rinnovato toglie qualche sassolino dalla scarpa…
A cura di Maurizio De Santis
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Jamie Vardy resta al Leicester, ha accettato il rinnovo del contratto e messo a tacere ogni chiacchiericcio di mercato che lo avrebbe voluto lontano dalle Foxes nella prossima stagione. Dalle Midlands inglesi a cuore di Londra, l'Arsenal di Wenger aveva messo gli occhi su di lui salvo fare retromarcia nelle ultime settimane, quando ormai era chiaro che nella avrebbe potuto fare per convincere l'attaccante al trasferimento. In quel periodo a finire nel mirino dei tifosi, oltre al calciatore che venne additato a traditore, fu la compagna Rebekah. ‘Becky', è il vezzeggiativo usato dai tabloid per fare riferimento alla donna, venne accusato di aver suggerito al giocatore di accettare la proposta dei ‘Gunners', abbandonare la ‘piccola' città rispetto alla metropoli, voltare le spalle a quel club che lo aveva preso dal nulla e l'aveva trasformato in una stella.

Vardy accanto alla futura moglie Becky
Vardy accanto alla futura moglie Becky

Adesso che Jamie ha deciso di restare al Leicester la scena è cambiata e la donna ha postato sui social network messaggi di rimprovero nei confronti di quei sostenitori che l'avevano insultata. "Adesso mi chiedo quanti di voi avranno il coraggio di chiedermi scusa. E' davvero imbarazzante…". Un pugno e una carezza: il primo va agli agitatori da tastiera, la seconda a coloro che hanno mostrato rispetto e solidarietà. "Ringrazio tutti i fan dell'Arsenal e quelli più genuini del Leicester (e so che sono la maggioranza) che mi hanno incoraggiata e sostenuta".

A pochi giorni dall'inizio dell'Europeo Rebekah Vardy era stata costretta a spiegare ai tanti tifosi che la contestavamo come certe scelte da parte del bomber non dipendessero dalla sua volontà ma solo da alcune valutazioni legittime in atto. "Non è giusto che mi insultiate – aveva scritto la donna -, non ho alcun potere d'inidirizzare o influenzare la carriera di mio marito".

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