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Bari-Castel di Sangro truccata, la rivelazione shock a “Non è l’Arena”

Due ex giocatori del Castel di Sangro confermano nel corso della trasmissione di Massimo Giletti la combine nella sfida del 1996/1997 che permise ai biancorossi di salire in Serie A: “Prima del fischio d’inizio già capimmo quale sarebbe stato l’esito della partita tutto. Doveva finire inizialmente 2-1, poi fu 3-1. Arriva una comunicazione ai senatori e poi quando arrivi negli spogliatoi capisci. Abbiamo avuto il premio salvezza, più il “premio Bari”. 300 milioni da spartire. Alla fine festeggiammo più noi che loro nello spogliatoio”. La smentita dell’ex presidente del Castel di Sangro Gravina: “Fu partita pulita”
A cura di Marco Beltrami
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Era il 15 giugno del 1997 e al San Nicola di Bari andò in scena una vera e propria festa. La squadra di casa in uno stadio colorato di biancorosso mise ko il Castel di Sangro, già matematicamente salvo, conquistando la promozione in Serie A. Una giornata indimenticabile per i tifosi della formazione del capoluogo pugliese, ma su cui emergono a distanza di anni nuove ombre. Nel corso dell'ultima puntata della trasmissione "Non è l’Arena" infatti sono spuntati preoccupanti retroscena relativi ad una vera e propria combine, raccontati da alcuni dei protagonisti del match.

Bari-Castel di Sangro, partita truccata

Nel corso della trasmissione "Non è l'arena", condotta da Massimo Giletti su La7 la partita tra Bari e Castel Di Sangro del giugno 1997 è tornata d'attualità. Nell'ambito della rubrica "calcio marcio", sono state rese di dominio pubblico le parole di due testimoni che hanno confermato senza troppi giri di parole la combine avvenuta in quella partita, con il risultato di 3-1 dunque già deciso prima del calcio d'inizio. Un risultato inutile per il Castel di Sangro già salvo, ma fondamentale per la promozione in Serie A del Bari all'ultima giornata.

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La confessione dei testimoni sulla combine di Bari-Castel di Sangro

A raccontare quanto accaduto in Bari Castel di Sangro, ci hanno pensato due ex calciatori che all'epoca vestivano la maglia giallorossa. Il primo è Luca Albieri che ha parlato a viso aperto davanti alle telecamere di "Non è l'Arena", raccontando: "Andare a giocare una partita e sapere di dover perdere, anche con il risultato di 3-1, ha fatto molto male al gruppo di lavoro. È stata una settimana che non è stata preparata come dei professionisti seri dovevano fare".

Le cifre dell'accordo tra Bari e Castel di Sangro

Un compagno di squadra di Albieri che ha preferito rimanere anonimo, senza sapere di essere ripreso, è stato ancora più perentorio svelando anche le cifre incassate per la combine: "Prima del fischio d’inizio già capimmo quale sarebbe stato l’esito della partita tutto. Alcuni calciatori dovevano andare a segno Doveva finire inizialmente 2-1, poi fu 3-1. Arriva una comunicazione ai senatori e poi quando arrivi negli spogliatoi capisci. Abbiamo avuto il premio salvezza, più il “premio Bari”. 300 milioni da spartire. Alla fine festeggiammo più noi che loro nello spogliatoio".

Ventola a segno dopo 15 secondi

La partita è stata già oggetto nelle scorse annate di un libro dello scrittore McGinnis, in cui si fa riferimento a casi di combine nel calcio. Un match che si mise subito sui binari giusti per i Galletti capaci di sbloccare il risultato con l'ex gioiellino Ventola autore di un gran gol dopo appena 15 secondi. Poi arrivarono le reti di Guerrero, Volpi e dell'ospite Bonomi per una sfida già chiusa nel primo tempo.

La smentita dell'ex presidente del Castel di Sangro Gravina

Non ha perso tempo per intervenire e smentire tutto, l'ex presidente del Castel di Sangro Gabriele Gravina recentemente candidatosi alla poltrona di presidente della Figc. Queste le sue parole all'Ansa: "Il tutto du frutto di una competizione dura ed assolutamente regolare e oggi si vogliono macchiare ed infangare attraverso la predisposizione di un castello di illazioni, di ricordi che a distanza di oltre 20 anni, per come artatamente ricostruite, tendono unicamente a screditare una pagina assolutamente pulita ed emozionante del calcio italiano. Il contenuto dell'inchiesta presentata nel corso della trasmissione e le accuse direttamente ed indirettamente ivi divulgate ledono la dignità e l'onore di calciatori, tecnici, dirigenti e di entrambe le comunità sportive che, nel corso di quella stagione, centrarono due storici obiettivi come quello della promozione in Serie A per il Bari e quello della permanenza in Serie B per il Castel di Sangro. La vera stranezza di questa vicenda é la tempistica nonché le modalità con cui sono state presentate le dichiarazioni di taluni calciatori che avrebbero forse avuto una maggiore efficacia se rese nelle opportune sedi giudiziarie quando i medesimi fatti furono portati al vaglio delle Autoritá giudiziarie".

Gravina pronto alla battaglia legale. E l'ex patron è pronto a dare battaglia: "I fatti e le vicende sono infatti già state oggetto di valutazioni da parte delle Autorità giudiziarie che, su istanza delle parti interessate (calciatori, tecnici e dirigenti) per ipotesi di diffamazione, si sono pronunciate condannando a risarcimenti del danno chi allora si rese autore di analoghe diffamazioni, lo scrittore Joe McGinnis. Il sottoscritto nei prossimi giorni provvederà ad adire le autorità competenti affinché chi, direttamente o indirettamente, ha denigrato attraverso notizie false e disonorevoli l'immagine di dirigenti, società, calciatori e tecnici che hanno scritto una pagina storica del nostro calcio, ne risponda".

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