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Barcellona, Luisito Suarez regala il suo Pallone d’Oro

L’ex leggenda blaugrana, protagonista negli anni sessanta anche con l’Inter di Herrera, ha voluto donare il prezioso riconoscimento, vinto nel 1960, al museo ufficiale del Barcellona.
A cura di Alberto Pucci
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Di gol in carriera ne ha fatti moltissimi ma, probabilmente, quello appena realizzato è tra i più importanti. Mai dimenticato dai tifosi del Barcellona, dove giocò dal 1954 al 1961 vincendo diversi titoli e trofei, Luisito Suarez ha voluto compiere un gesto da gran signore privandosi di uno dei riconoscimenti più importanti e ambiti nel mondo del calcio: il Pallone d'Oro. Ancora oggi unico calciatore spagnolo ad aver vinto lo speciale premio istituito da "France Football", Suarez si è recato a Barcellona proprio per regalare al museo del club catalano il prezioso cimelio, che verrà esposto accanto agli altri trofei vinti dalla società blaugrana e dai suoi giocatori: "Gli anni passati a Barcellona – ha spiegato Luisito Suarez a "Marca" – sono stati indimenticabili. Abbiano fatto cose fantastiche in questo club ed è per questo che ho voluto donare il Pallone d'Oro. L'ho fatto in ricordo di quei tempi, dove giocammo in maniera spettacolare e vincemmo moltissimo"

Quelle vittorie con la grande Inter – Prima di vincere con l'Inter di Angelo Moratti (che lo pagò 25 milioni di pesetas, spesi successivamente per l'ampliamento del "Camp Nou"), Luisito Suarez giocò nel Barcellona dal 1954 al 196o: anno in cui vinse il Pallone d'Oro davanti a Ferenc Puskás e Uwe Seeler. Un riconoscimento che arrivò grazie alle grandi prestazioni e vittorie con la maglia dei catalani, per i quali Luisito giocò ben 169 gare segnando 80 reti.

Ribattezzato "El Arquitecto" da Alfredo Di Stefano, suo grande amico, il centrocampista di La Coruna esplose in tutta la sua bravura anche a Milano sotto la guida del mago Helenio Herrera. Con il compianto tecnico interista, Suarez vinse tre titoli e, soprattutto, due coppe dei campioni contro il Real Madrid di Di Stefano ed il Benfica di Eusebio: "Se non ci fosse stato il Mago – ha raccontato alcuni mesi fa, durante un'intervista – non avrei mai accettato di spostarmi dalla Spagna. Di Herrera posso solo parlar bene".

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