Barcellona, il giovane Lederman sfida i regolamenti FIFA

Dieci anni dopo Jean-Marc Bosman, potrebbe toccare a Ben Lederman cambiare radicalmente, suo malgrado, le regole del calcio. Il giocatore statunitense, appena 15 anni, è uno dei dieci giovani calciatori tesserati dal Barcellona che sono finiti nel mirino della FIFA per il loro trasferimento in blaugrana: proprio a "causa loro", la società catalana si è vista imporre un blocco del mercato fino a gennaio 2016, che ha causato non pochi problemi a Luis Enrique, oltre alla maxi multa di 375mila euro inflitta ai blaugrana ed un'altra da 400mila euro alla Federazione spagnola per omesso controllo.
Ma non solo: un'altra imposizione inflitta prevedeva infatti che i dieci calciatori coinvolti, tutti minorenni, non potessero prendere parte a nessuna gara delle giovanili blaugrana. Divieto che ha scatenato tantissime polemiche, visto che la crescita calcistica dei giovanissimi potrebbe aver preso una brusca frenata proprio grazie a questa imposizione.
C'è chi non si è arreso: Danny Lederman, padre del giovanissimo statunitense, ha portato avanti la causa al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, puntando tutto sull'articolo 19 che riguarda i trasferimenti internazionali. Se infatti è espressamente vietato alle squadre di tesserare giocatori minorenni che provengano da un paese straniero, c'è un comma che prevede una sorta di scappatoia legale. Letteralmente, il trasferimento è consentito qualora "i genitori del calciatore si trasferiscono nel Paese della nuova società per motivi indipendenti dal calcio". La famiglia di Lederman lo ha seguito in Spagna fin dal principio e dunque se uno dei due genitori riuscirà a dimostrare in tribunale di essersi trasferito a Barcellona per motivi di lavoro, si potrebbe assistere ad un clamoroso ribaltamento della sentenza.
E questo porterebbe ad un piccola e grande rivoluzione: sono solo immaginabili i tantissimi ricorsi che potrebbero avvenire a fronte di una sentenza ribaltata, con i club che potrebbero impugnare questo comma 2 dell'articolo 19 per tesserare i futuri calciatori minorenni provenienti da qualunque altro paese del mondo. Dieci anni fa c'era stato Bosman: era infatti il 15 dicembre del 1995 quando la Corte di giustizia dell'Unione europea in Lussemburgo diede ragione al calciatore belga, che a scadenza di contratto con il Liegi voleva accasarsi a parametro zero ai francesi del Dunkerque, con il club belga che però senza indennizzo non voleva saperne di cederlo. La sua vittoria spalancò le frontiere alla "libera circolazione" dei calciatori europei comunitari, e poco importa se questo abbia portato in futuro anche ad abusi vari. Dopo Bosman, potrebbe essere Lederman a rivoluzionare le campagne acquisti dei club.