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Barça, l’incubo della famiglia dell’ex presidente Rosell: “Non hanno i soldi per mangiare”

L’avvocato dell’ex presidente del club catalano in manette per una presunta frode fiscale ha dichiarato: “Che Rosell sia in carcere è una perversione del sistema giudiziario e un abuso dell’istituto della carcerazione preventiva. Dov’è la presunzione di innocenza? E’ deprecabile. La famiglia non ha più soldi neanche per mangiare, hanno pignorato tutto. Vivono della carità del resto della famiglia”
A cura di Marco Beltrami
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Dalla Catalogna arriva una brutta storia, che riguarda la famiglia di Sandro Rosell, l'ex presidente del Barcellona. Quest'ultimo è ancora in carcere per la vicenda relativa alla presunta frode fiscale di cui si sarebbe reso protagonista. Una situazione che costringe i parenti del patron a vivere in condizioni di estrema indigenza, come raccontato dal suo avvocato in una recente intervista che ha fatto molto scalpore.

Rosell in carcere, la famiglia non ha soldi per mangiare

Pau Molins, avvocato dell'ex presidente del Barcellona in un'intervista alla radio catalana RAC1 ha raccontato: "Che Rosell sia in carcere è una perversione del sistema giudiziario e un abuso dell’istituto della carcerazione preventiva. Dov’è la presunzione di innocenza? E’ deprecabile. La famiglia non ha più soldi neanche per mangiare, hanno pignorato tutto. Vivono della carità del resto della famiglia. Ci sono mille formule prima della carcerazione per evitare la fuga, l’inquinamento delle prove e la reiterazione del reato. Potrebbero ritirare a Rosell il passaporto, potrebbero mettergli un dispositivo elettronico. Tutto tranne il carcere, è assolutamente ingiusto".

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Perché Rosell è stato arrestato

L'imprenditore classe 1964 è finito in carcere a fine maggio scorso, quando il giudice Carmen Lamela ha deciso di negare la libertà su cauzione a lui e ad un’altra delle persone arrestate nel corso dell’Operazione Rimet. L'accusa, pesantissima, è quella di aver incassato sottobanco una somma complessivamente vicina ai 15 milioni di euro. La stessa somma sarebbe stata poi riciclata in Andorra, attraverso la cessione dei diritti televisivi  di 24 partite della nazionale brasiliana di calcio, la Seleçao. Le indagini degli inquirenti hanno portato a galla l’operato di un’organizzazione criminale di cui avrebbe fatto parte lo stesso Rosell, specializzata nel riciclaggio di denaro proveniente da commissioni illegali.

La carica di presidente del Barcellona

Dopo aver collaborato con Laporta per la scalata di quest'ultimo alla presidenza del Barcellona, ne diventò il numero 2. Il 13 giugno 2010 venne eletto Presidente della società blugrana con più del 60% delle preferenze dei membri del club, con decorrenza dal 1º luglio seguente. Dopo il caso Neymar, che sarebbe stato comprato per un prezzo superiore a quanto dichiarato, si dimise dall'incarico di Presidente del Barcellona. Nella la stagione sportiva 2012-2013 è stato inoltre vicepresidente dell'Eca

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