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Balotelli testimonial dei Mondiali antirazzisti: “Basta razzisti, rendiamoli ridicoli”

L’attaccante della Nazionale è il testimonial dei Mondiali antirazzisti, che si svolgono in Emilia Romagna dal 4 al 7 luglio, con 125 squadre al via. Balotelli in conferenza stampa ha detto: “I razzisti vanno isolati, sono portatori di un pensiero marcio. Dobbiamo essere pronti a denunciare ogni forma di discriminazione”.
A cura di Alessio Morra
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A Bosco Albergati, Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, dal 4 al 7 luglio si terranno i ventiduesimi Mondiali antirazzisti. Oggi sono stati presentati ufficialmente ed è stato svelato il nome del testimonial d’eccezione: Mario Balotelli, che dalla Francia, dove si sta allenando in attesa di firmare un nuovo contratto, in un video ha parlato di razzismo e ha ribadito le sue idee a proposito:

L’Italia non è un paese razzista, ma il razzismo esiste eccome. Ci sono i razzisti e vanno isolati, perché sono portatori di un pensiero marcio, medievale. Io sono italiano, sono nato qui da genitori ghanesi e mi sento italiano al cento percento. Ma per la legge lo sono diventato solo a 18 anni. Chi mi vuole vedere nero lo fa perché vuole vedere solo il diverso. Per questo dobbiamo essere pronti a denunciare ogni forma di discriminazione a cui assistiamo. Siamo tutti uguali. E i miei figli lo racconteranno ai miei nipoti.

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Questa splendida manifestazione tra lo sport e il sociale quest’anno vede al via 125 squadre d’ogni provenienza ed estrazione, ci sarà anche la squadra degli homeless, e ha lo scopo dichiarato di non escludere nessuno. Più di sessanta paesi sono rappresentati, pur senza squadre divise per nazione. Melting pot è è l’espressione chiave per l’edizione di quest’anno, che si svolgerà in parallelo con il Mondiale di Russia 2018. Carlo Balestri, che con la Uisp organizza l’evento, si è rammaricato per il minor numero di squadre di rifiutati:

Quest’anno però abbiamo dovuto contare un dimezzamento netto delle squadre formate da rifugiti. Nel 2016 erano 25, nel 2017, 42. Quest’anno solamente 21. Questo è un sintomo di una paura che le cooperative che lavorano per loro manifestano da tempo: in questo clima politico, c’è paura a mostrarsi, a dire quello che si fa per i più deboli e per i loro diritti. Ma questo non rovinerà la nostra festa.

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