Balotelli, Cassano, Di Natale: le speranze dell’Italia passano dall’attacco

In difesa dell'attacco – Fossimo stati "sotto" elezioni, uno slogan di questo genere avrebbe raccolto molti consensi e "spedito" il candidato direttamente alla Camera. Purtroppo ci troviamo di fronte "solo" ad un allenatore di calcio e non ad un politico: fosse stato il contrario, forse, avremmo risolto un pò di quei problemi che costringono l'Italia a "navigare a vista". Per il momento, accontentiamoci di parlare di panchina e non di poltrona e di mettere in pratica questo principio (non da poco) nello sport. "Entusiasmo, meritocrazia e fiducia nei giovani": suona indiscutibilmente bene, l'incipit di Cesare Prandelli, pronunciato a Coverciano nei primi giorni di ritiro. La frase con cui il ct azzurro ha infatti dato il via ai test di Coverciano, racchiude in sè tutto il "Prandelli pensiero" e certifica (coerentemente) le scelte fatte dal tecnico in vista dell'impegno continentale. Decisioni, non solo prese in maniera coraggiosa, ma anche difese energicamente di fronte all'immancabile "polemico di turno", pronto a innescare discussioni futili e, magari, anche dannose.
Siamo tutti allenatori – Il motivo del contendere, è presto detto: le pre-convocazioni del mister azzurro che, in vista degli Europei di calcio, punta tutto sul gruppo e sui suoi attaccanti. Le prime critiche ed i primi commenti, sono arrivati per le scelte fatte da Prandelli relativamente ai sei attaccanti portati a Coverciano. Balotelli, Borini, Cassano, Destro, Di Natale e Giovinco: questi i magnifici sei con i quali il tecnico di Orzinuovi, spera di aprire le difese avversarie a comiciare da quella campione in carica della Spagna. Fatta la premessa che, sei dei ventinove convocati, rimarranno a casa e faranno compagnia agli illustri "trombati" (Pazzini, Osvaldo, Matri e Pepe in primis), difficilmente il ct azzurro toccherà il reparto offensivo, scelto (appunto) coerentemente dopo aver valutato ciò che il campionato ha offerto durante la stagione.

C'era una volta Vieri – L'attaccante al quale tutta l'Italia calcistica si aggrapperà, sperando non dia "di matto" anche durante Euro 2012, sarà senz'altro Mario Balotelli: l'unica punta di peso, in dotazione all'arsenale azzurro.
Gli altri attaccanti – Ignorare e non portare gli altri quattro, sarebbe stato un errore. Borini è stata la scoperta più bella della sfortunata Roma di Luis Enrique e ha dimostrato una duttilità ed un fiuto del gol notevole, grazie al quale si è praticamente messo "in tasca" i più quotati Osvaldo e Bojan Krkic. Un giocatore, tra l'altro, fortemente sponsorizzato da Ciro Ferrara che ha malinconicamente salutato il giallorosso con un laconico: "Credo che con noi in Under 21, non lo rivedremo più". Talento vero quello dell'ex giocatore del Chelsea, neo campione d'Europa (4 presenze e 0 gol, nella sua esperienza "blues"), così come quello di Mattia Destro, autore di una stagione straordinaria nel Siena e principale attore protagonista del calciomercato appena cominciato. Lo vogliono tutti l'ex attaccante della primavera interista, a cominciare dallo stesso Moratti che dovrà vincere la concorrenza di Juventus e Roma, anch'esse sul giocatore. Totò Di Natale, non fosse stato convocato, avrebbe fatto scoppiare una mezza rivoluzione. Come non chiamare l'unico attaccante italiano che, in questi ultimi tre anni, ha saputo tener testa alla vena realizzativa di Ibrahimovic e soci? Non sarà più un ragazzino e magari sarà anche vicino ad appendere le scarpette al chiodo, ma la punta friulana ha tutte le carte in regola per lasciare il segno anche agli Europei dove il fattore "esperienza" ha sempre avuto il suo perchè. Infine, c'è Sebastian Giovinco: il giocatore, forse, più sottovalutato del campionato italiano. Ora che tutti si sono accorti del suo talento, il presidente del Parma Ghirardi se la ride. "Volete Giovinco? Preparate 40 milioni di euro". Ok, il prezzo è giusto? Ad oggi, forse, è un pò esagerata la richiesta del numero uno gialloblu, ma a fronte di un campionato europeo con i fiocchi, la quotazione potrebbe essere corretta, proporzionale alla sua classe e comunque invitante per i grandi club, Barcellona compreso. Questione di numeri, di gol (più di settanta in stagione, suddivisi tra i sei attaccanti azzurri) e di statura: saranno anche bassi ma, attenzione, rischiano di far male!