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Baggio, Raùl, Villa e Del Piero: che fine hanno fatto i bomber di Italia e Spagna?

Pellè, Eder, Belotti, Immobile e Gabbiadini così come Morata, Diego Costa, Nolito e Vitolo non sono neanche lontanamente parenti dei giocatori che li hanno preceduti negli ultimi trent’anni con le maglie delle due nazionali.
A cura di Vito Lamorte
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Italia e Spagna sono due scuole calcistiche che hanno sempre avuto un buon feeling con i giocatori offensivi e gli attaccanti ma nella gara che si disputerà a Torino per le qualificazioni ai Mondiali del 2018, purtroppo, non vedremo nessun calciatore  che può essere paragonato ai suoi predecessori.

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La nazionale italiana e quella spagnola hanno sempre portato alla ribalta attaccanti straordinari in grado di cambiare le gare in qualsiasi momento ma in adesso non è così. Pelle, Eder, Belotti, Immobile e Gabbiadini, da una parte, così come Morata, Diego Costa, Nolito e Vitolo, dall'altra, non sono neanche lontanamente parenti dei giocatori che li hanno preceduti negli ultimi trent'anni. Abbiamo provato a fare un excursus prendendo alcuni giocatori di riferimento degli ultimi tre decenni di calcio.

Anni Ottanta

Paolo Rossi
Pablito è il simbolo di un Mondiale che in Italia molti ricorderanno per sempre. Dopo una partenza a sprazzi, la nazionale di Bearzot infilò due vittorie con Brasile e Argentina e da lì fino alla finale con la Germania. Rossi aveva un problema alle ginocchia che non gli ha permesso di avere una carriera molto lunga ma e, difatti, si è ritirato all'età di 31 anni. Velocità, una grande abilità negli spazi stretti unite a tempismo e opportunismo che gli hanno permesso di realizzare 20 reti in 48 presenze con la maglia azzurra.

Emilio Butragueño
El Buitre o El Caballero Blanco è uno degli interpreti più importanti della Spagna calcistica. Emilio era una punta imprevedibile che alternava giocate di qualità tecniche a goal da vero rapace d'area.È stato il "membro" principale della Quinta del Buitre insieme ai compagni di squadra Míchel, Miguel Pardeza, Martín Vázquez e Manuel Sanchís. La partita che viene ricordata con la maglia della Roja è quella nel Mondiale messicano del 1986 contro la Danimarca, quando realizzò 4 reti.

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Anni Novanta

Roberto Baggio
Lui è il giocatore nazionale per eccellenza. Non c'è stato nessun altro che ha unito l'Italia calcistica come Roberto Baggio. Platini lo ha definito "un nove e mezzo" ma il fantasista di Caldogno è un giocatore universale. Poteva giocare in tutte le posizioni d'attacco e avere sempre lo stesso rendimento. Un tocco di palla sublime gli permetteva di giocare e chiudere le azioni sia con il piede destro che con il sinistro. Il dribbling faceva parte del repertorio di Baggio che proprio con la nazionale segnò una rete ai Mondiali di Italia '90 dopo essersi lasciato mezza squadra della Cecoslovacchia alle sue spalle: una meraviglia. Calciava da fermo come pochi  ed è sempre stato un ottimo rifinitore per i compagni. È il quarto marcatore di sempre in azzurro al pari di Alessandro Del Piero. Baggio è Baggio, nulla più!

Raul Gonzalez Blanco
Quando si pensa ad un attaccante spagnolo pericoloso in qualsiasi situazione di gioco offensivo non si può che spostare l'attenzione di Raùl Gonzalez Blanco. L'attaccante madrileno fin dai sui esordi si è sempre distinto come un giocatore carismatico che dava il meglio di sé come prima o seconda punta. Nei 10 anni con la Nazionale maggiore ha realizzato 44 reti in 102 presenze e ha messo in mostra lo stesso senso del goal che hanno ammirato i tifosi del Real Madrid. Raùl era un attaccante con una grande capacità di dialogo con i compagni e, oltre ad avere un ottimo bagaglio tecnico, era anche un buon colpitore di testa, vista la sua forza fisica.

Anni Duemila

Francesco Totti e Alessandro Del Piero
Il numero 10 della Roma è stato uno dei simboli della nazionale azzurra vincente a Berlino. Totti con 11 viti e una placca in carbonio ha convinto Lippi alla convocazione e tutto va per il meglio. Colleziona sette presenze con quattro assist e un goal, realizzato su rigore negli ottavi contro l'Australia, decisivo per l'avanzamento ai quarti di finale. In 58 apparizioni con la maglia azzurra ha messo a segno solo 9 reti ma dal 1998 al 2006 anche la Nazionale ha potuto godere dei servigi di uno dei migliori talenti italiani degli ultimi trent'anni.

In molti casi si è parlato di dualismo tra Del Piero e Totti. Purtroppo sono state poche le occasioni che i due hanno giocato insieme e il ragazzo di Conegliano in molte situazioni ha sofferto questa lotta per avere un posto da titolare soprattutto in occasioni di manifestazioni continentali e intercontinentali. Dotato di un notevole bagaglio tecnico nonché spirito di sacrificio, Del Piero è sempre stato un grande finalizzatore e un ottimo dispensatore di assist per i compagni. Le sue punizioni hanno fatto innamorare tre generazioni di appassionati. È il quarto marcatore di sempre in azzurro al pari di Roberto Baggio.

David Villa e Fernando Torres
Le punte della Spagna delle meraviglie che dal 2008 al 2012 ha dominato il mondo. David Villa e Fernando Torres sono stati importantissimi per le vittorie delle Furie Rosse che fino all'Europeo in Austria e Svizzera aveva solo un alloro continentale nella bacheca. El Guaje ha ricoperto diversi ruoli con la maglia della sua nazionale perchè si è mosso come prima punta, seconda punta ed è stato utilizzato anche come ala ma il risultato è sempre stato lo stesso: la rete avversaria che si gonfiava. Ha concluso la sua parentesi in nazionale nel 2014 con 97 presenze e 59 gol, che ne fanno di lui il miglior cannoniere della storia della Spagna. Un vero demonio.

La storia con la maglia della Roja per Torres è un po' diversa: 110 presenze e 38 reti lo mettono nell'Olimpo del calcio spagnolo ma la carriera di questo ragazzo ha avuto alti e bassi incomprensibili. Dotato di una grande velocità e di un'ottima tecnica individuale El Nino era conosciuto dai difensori e dai portieri di tutto il mondo per il suo fiuto per il goal e la sua abilità nel gioco aereo. Torres nei periodi più brillanti della propria carriera è stato considerato uno dei migliori centravanti del mondo ma i troppi alti e bassi non sempre rendono giustizia alla sua carriera nei vari club e in nazionale.

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