Attentato a Manchester, Yaya Touré e il suo agente devolvono fondi per vittime e familiari
Impossibile restare insensibili dinanzi alle immagini di terrore e morte che hanno fatto capolino a colazione in tutto il mondo. Nella notte tra lunedì e martedì in Inghilterra s'è scatenato l'inferno, lo ha portato in terra il kamikaze dell'Isis che s'è fatto esplodere nella Manchester Arena, durante un concerto della pop-star americana, Ariana Grande, molto amata e seguita dai teenager. Ragazzine, giovanissimi accompagnati dai genitori: la strage della follia e dell'odio li ha devastati per la deflagrazione dell'ordigno rudimentale assemblato con chiodi e altri oggetti contundenti così che l'effetto della detonazione facesse più danni possibili, ammazzasse più persone.
L'attentato terroristico: 22 morti, 120 feriti
Il bilancio dell'attentato terroristico è drammatico: 22 morti e 120 feriti fanno parte del corredo accessorio di dolore, paura, sgomento calato come una coltre sulla vita delle persone. Nel Palazzetto che può ospitare fino a 35 mila persone c'erano anche i familiari di Pep Guardiola, moglie e figlie del manager spagnolo del Manchester City erano tra la folla ma per fortuna hanno fatto ritorno a casa illese.
Minuto di raccoglimento
I due club di Manchester, United e Citizens, uniti da quel triste evento hanno espresso vicinanza emotiva e sostegno per quanto accaduto. José Mourinho ha annullato la conferenza stampa alla vigilia della finale di Europa League contro l'Ajax, un minuto di raccoglimento è stato osservato prima dell'allenamento di rifinitura e verrà ripetuto anche prima del fischio d'inizio a Stoccolma (oggi, ore 20.45).
Yaya Touré e il suo agente devolvono fondi per le vittime e i familiari
Yaya Touré – calciatore del Manchester City – e il suo agente, Dimitri Seluk, hanno promesso di donare circa 120 mila euro a un fondo di beneficenza per le vittime dell'attentato.
Quello che è successo a Manchester è molto triste – ha ammesso l'agente dell'ivoriano, un'icona dei Citizens – e Yaya vuole aiutare le persone coinvolte in questo terribile attacco e anche le loro famiglie. In situazioni del genere il calcio non ha alcun valore, non esistono differenze. Manchester non è City o United, in momenti del genere siamo tutti uniti e le bandiere non contano. Abbiamo tutti pianto quando abbiamo appreso e visto che i bambini erano stati uccisi e feriti.