Atletico Madrid, Torres punzecchia Inzaghi: “Giocavo un giorno sì e uno no…”

Ora che è rinato, Fernando Torres si può togliere qualche fastidioso sassolino dalle scarpe e rilanciarlo in direzione di Milano, sponda rossonera, la sua ultima casa sportiva prima di ritornare a Madrid, tra i Colchoneros dove era iniziata la favola sportiva del Ninho. E lo fa indirizzando i suoi pensieri direttamente su una persona in particolare, mister Inzaghi reo – a detta della punta spagnola – di non avere mai seriamente scommesso su di lui, lasciandolo (troppo) spesso in panchina e non dandogli mai la fiducia necessaria e la continuità che un giocatore come lui necessita da sempre. Tanto da spingerlo ad essere ceduto subito a gennaio. "Ero andato lì per giocare" ricorda Torres che si allontanò dalla Londra dei Blues di Mourinho proprio perché privo di garanzie "e avevo anche un buon rapporto con la società e i tifosi. Eppure scendevo in campo un giorno sì e un giorno no". A Superpippo saranno fischiate le orecchie…
Milano non è stata un esperienza esaltante, anzi: 10 presenze e una sola rete, roba da fine carriera, da attaccante in prepensionamento, da campione oramai al tramonto. Poi, alla volta di Madrid, la pronta rinascita in biancorosso, con 7 presenze tra Liga e Copa del Rey e già 3 gol. Un cambio di rotta immediato, ma anche aspettato sia da Torres che d a chi da sempre lo ha seguito e lo conosce bene. Perché lui ovunque abbia reso al massimo, l'ha fatto grazie alla fiducia e alla stima che sentiva intorno a sè ancor prima di scendere in campo. Cosa che a Milanello mancava e lo faceva soffrire tanto da condizionarne il rendimento generale.
"A Milano ero andato con delle aspettative e con delle idee che non sono state realizzate. Volevo giocare, volevo essere un giocatore importante. Ma in nessun momento mi sono sentito così. Entravo e uscivo dalla squadra, giocavo un giorno sì e l'altro no. I rapporti con la società sono stati ottimi e non ho nulla da rimproverare, però quando vedi che niente va per il verso giusto, cerchi di cambiare la situazione delle cose". Queste le parole precise e dirette del Ninho ad ‘As', quotidiano spagnolo cui ha confidato i motivi della sua partenza anticipata da Milano e della sua scelta di ritornare all'Atletico. Con il Milan che oggi si può disperare di aver perso un giocatore tutt'altro che finito e che avrebbe potuto dare molto alla causa rossonera, soprattutto in vista di Juventus-Milan che la squadra di Inzaghi dovrà affrontare senza Mattia Destro, l'ultimo arrivato.