video suggerito
video suggerito

Atletico Madrid, Torres punzecchia Inzaghi: “Giocavo un giorno sì e uno no…”

Per il Ninho sono già 3 le reti in biancorosso dopo 7 presenze tra campionato e Coppa. Quando al Milan segnò solamente un gol in 10 gettoni. Una mancanza di fiducia nei suoi confronti che lo ha spinto a tornare in biancorosso.
A cura di Alessio Pediglieri
380 CONDIVISIONI
Immagine

Ora che è rinato, Fernando Torres si può togliere qualche fastidioso sassolino dalle scarpe e rilanciarlo in direzione di Milano, sponda rossonera, la sua ultima casa sportiva prima di ritornare a Madrid, tra i Colchoneros dove era iniziata la favola sportiva del Ninho. E lo fa indirizzando i suoi pensieri direttamente su una persona in particolare, mister Inzaghi reo – a detta della punta spagnola – di non avere mai seriamente scommesso su di lui, lasciandolo (troppo) spesso in panchina e non dandogli mai la fiducia necessaria e la continuità che un giocatore come lui necessita da sempre. Tanto da spingerlo ad essere ceduto subito a gennaio. "Ero andato lì per giocare" ricorda Torres che si allontanò dalla Londra dei Blues di Mourinho proprio perché privo di garanzie "e avevo anche un buon rapporto con la società e i tifosi. Eppure scendevo in campo un giorno sì e un giorno no". A Superpippo saranno fischiate le orecchie…

Milano non è stata un esperienza esaltante, anzi: 10 presenze e una sola rete, roba da fine carriera, da attaccante in prepensionamento, da campione oramai al tramonto. Poi, alla volta di Madrid, la pronta rinascita in biancorosso, con 7 presenze tra Liga e Copa del Rey e già 3 gol. Un cambio di rotta immediato, ma anche aspettato sia da Torres che d a chi da sempre lo ha seguito e lo conosce bene. Perché lui ovunque abbia reso al massimo, l'ha fatto grazie alla fiducia e alla stima che sentiva intorno a sè ancor prima di scendere in campo. Cosa che a Milanello mancava e lo faceva soffrire tanto da condizionarne il rendimento generale.

"A Milano ero andato con delle aspettative e con delle idee che non sono state realizzate. Volevo giocare, volevo essere un giocatore importante. Ma in nessun momento mi sono sentito così. Entravo e uscivo dalla squadra, giocavo un giorno sì e l'altro no. I rapporti con la società  sono stati ottimi e non ho nulla da rimproverare, però quando vedi che niente va per il verso giusto, cerchi di cambiare la situazione delle cose". Queste le parole precise e dirette del Ninho ad ‘As', quotidiano spagnolo cui ha confidato i motivi della sua partenza anticipata da Milano e della sua scelta di ritornare all'Atletico. Con il Milan che oggi si può disperare di aver perso un giocatore tutt'altro che finito e che avrebbe potuto dare molto alla causa rossonera, soprattutto in vista di Juventus-Milan che la squadra di Inzaghi dovrà affrontare senza Mattia Destro, l'ultimo arrivato.

380 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views