Atalanta, Gasperini: “Ranieri? Siamo noi il suo obiettivo. Non ci resta che ridere e giocare”
"Nove anni fa la Lazio si scansò di fronte all'Inter. Il match con l'Atalanta in corsa per la Champions League? A me non interessa, a queste cose ci deve pensare la Lega. Io penso a giocare, ad allenare. Sono sempre stato una persona leale". Con le sue parole rilasciate nelle scorse ore, riferite a quando la sua Roma perse il testa a testa scudetto con l'Inter di Mourinho, Claudio Ranieri ha incendiato la vigilia della 35esima giornata di campionato che vedrà De Rossi e compagni impegnati a Marassi con il Genoa e i biancocelesti all'Olimpico con la squadra di Gasperini.
E proprio il tecnico dell'Atalanta ha voluto rispondere per le rime all'allenatore giallorosso: "Ranieri ha voluto mettere un po' di veleno, siamo noi il suo obiettivo – ha spiegato Gasperini n conferenza stampa – Siamo davanti e in tanti sperano che noi cadiamo. Se la Lazio si ‘scanserà'? Non ci resta che sorridere e giocare: non ce la prendiamo affatto".
La Lazio risponde a Ranieri
"Tutti sperano nella combinazione di risultati migliore possibile per sé, ma noi on abbiamo tempo di entrare in questi meccanismi anche perché se non facciamo errori non ci prendono e non abbiamo bisogno di guardare in casa d’altri – ha aggiunto il tecnico della Dea – La Lazio ha le sue caratteristiche, è una squadra molto forte, che conosciamo bene. E’ una partita molto importante per entrambe. Sarà la prima di un mini-campionato di quattro gare in cui può ancora succedere di tutto".
Prima del mister nerazzurro, anche da Casa Lazio è arrivata una risposta stizzita alle allusioni di Ranieri: "Io credo che sulle dichiarazioni di Ranieri debba intervenire la Lega – ha dichiarato il portavoce biancoceleste, Arturo Diaconale, in un'intervista a Lazio Style Radio – Le affermazioni sono gravi e pesanti e nascono dalla confusione tra tifoso e tesserato: il tifoso può fare e pensare quel che crede, un tesserato invece è una persona che ha un ruolo di responsabilità. Le dichiarazioni di un tesserato, soprattutto quando così gravi, devono essere almeno suffragate da delle prove. Altrimenti diventano offensive".