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Arsenal, Mannone e la rivalità tra Lehmann e Almunia: “Provavano ad uccidersi a vicenda”

Era il 2007 e durante gli allenamenti dei Gunners, Lehmann e Almunia non perdevano occasioni di darsi addosso. “Io ero un ragazzo non mi sono mai intromesso ma era psicologicamente dura: si insultavano, provocavano, rischiavano spesso di venire alle mani. Ma mi è servito per crescere davanti alle difficoltà”
A cura di Alessio Pediglieri
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Vito Mannone non ha nemmeno un minuto di gioco in Serie A ma può vantare una carriera internazionale che altri suoi colleghi, anche molto più quotati di lui, possono solamente invidiare: Arsenal, Hull Coty, Sunderland, Reading e adesso Minnesota United. Una vita da emigrato, da quando, cresciuto nell'Atalanta, i Gunners non hanno perso tempo e lo hanno subito ingaggiato nel lontano 2005, anno dell'inizio della sua carriera in Inghilterra.

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Oggi, Mannone, 31 anni e in MSL, ricorda il suo periodo londinese che lo ha cresciuto fino a farlo diventare un professionista e un uomo consapevole delle proprie capacità e scelte. Anche attraverso momenti difficile in cui, ancora ragazzo si è dovuto confrontare con situazioni più grandi di lui come in occasione della storica rivalità tra due suoi colleghi: Lehmann e Amunia.

Otto anni di Gunners e la faida del 2007

Negli otto anni passati prevalentemente a ricoprire il ruolo di terzo portiere, Mannone ha vissuto in diretta la grande faida che nel 2007 si era creata tra i suoi due colleghi Jens Lehmann e Manuel Almunia in competizione tra loro a tal punto di rischiare spesso la rissa durante gli allenamenti dei Gunners.

Il racconto: "Si insultavano e si provocavano in continuazione"

La scintilla più accesa arrivò dopo che Arsene Wenger aveva deciso di affidare ad Almunia il ruolo di titolare visto che Lehmann aveva commesso troppi errori durante la stagione. Una vera e propria rivalità che portò i due giocatori a litigare prepotentemente in allenamento: " Si può immaginare com'era per me e che tensione c'era sul campo di allenamento. È stato molto difficile perché stavo cercando di imparare ma allo stesso tempo loro cercavano di uccidersi a vicenda. Ogni sessione di allenamento era come una finale di Champions League – ricorda Mannone a Goal – Non potevi perdere una palla o fare qualcosa di sbagliato. Però mi è servito a crescere. Mi ha dato la possibilità di crescere, aiutandomi a saper essere un uomo in un ambiente difficile

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