Andrea Pirlo, il maestro
Ci sono pochi calciatori al mondo che possono fregiarsi del rispetto degli appassionati e dei tifosi di tutto il mondo, indipendentemente dal tifo e della nazionalità. Uno di questi è Andrea Pirlo che viene apprezzato in ogni angolo del globo non per i suoi trofei – che pure sono infiniti (lui ha vinto tutto!) – ma perché è un calciatore dalla classe immensa e che con una grandissima naturalezza riesce a fare giocate meravigliose e complicatissime. Pirlo da giocatore della Juventus ha ricevuto la standing ovation al ‘Bernabeu’ e da calciatore dell’Italia ha ricevuto la standing ovation niente meno che al ‘Maracanà’. Il ‘Maestro’ dopo aver vinto sei Scudetti, due Champions League e i Mondiali 2006 con l’Italia è pronto per condurre la Juve di nuovo sul tetto d’Europa.
Pirlo brucia le tappe – Inizia a giocare in tenera età, quando è poco più che un ragazzino firma con il Brescia, con cui gioca da mezza-punta ed esordisce in Serie A il 21 maggio 1995, in un match con la Reggiana. Pirlo ha appena 16 anni e 2 giorni. Giustamente viene rispedito nella ‘Primavera’. Reja lo promuove un anno dopo e il giovane Andrea fa parte della squadra che vince il campionato di Serie B. La prima annata in Serie A è splendida, ma il Brescia retrocede. Pirlo passa all’Inter, che vive per ora una stagione disastrosa – Moratti cambia quattro allenatori. Passa in prestito alla Reggina prima e al Brescia poi, dove sulla sua strada incontra il suo idolo Roberto Baggio e Carletto Mazzone, che dice di cambiargli posizione in campo. Pirlo adesso gioca in posizione più centrale a centrocampo. Nell’estate 2001, in cui in Italia i calciatori vengono pagati più dell’oro e del diamante messi assieme, Pirlo passa al Milan per 35 milioni di euro.
Che trionfi con il Milan – In rossonero trova Terim, ma l’Imperatore dura poco. Ancelotti si insedia conquista il quarto posto (che all’epoca dava la possibilità di giocare il preliminare di Champions) e Pirlo rapidamente diventa il regista del Milan che nel 2003 torna sul tetto d’Europa. Il quarto trionfo in Champions dell’era Berlusconi è indimenticabile, perché a Manchester i rossoneri battono la Juventus. Pochi giorni dopo arriva anche il successo in Coppa Italia. Nella stagione successiva Pirlo vince per la prima volta lo Scudetto, e la Supercoppa Europea. Arrivano poi due annate molte intense, ma senza titoli per i rossoneri (che perdono un’incredibile finale di Champions con il Liverpool). Nel 2007 il Milan vince ancora una volta la Champions League. Pirlo mette la sua firma con Kakà e Inzaghi. Il bresciano mette nella sua bacheca la Supercoppa Europea e l’Intercontinentale. Gli ultimi anni con il Milan non sono straordinari. Ancelotti va via, Pirlo vorrebbe seguirlo, ma resta e gli infortuni lo tormentano. Poi dopo aver vinto un altro Scudetto passa alla Juve.
Poker di Scudetti con la Juventus – In bianconero arriva in punta di piedi, ma Pirlo diventa subito un calciatore fondamentale per la squadra di Conte che ritorna a vincere anche grazie al ‘Maestro’ che regala assist a profusione. L’anno successivo la ‘Maledetta’ di Pirlo è il terrore dei portieri della Serie A, che la Juve vince ancora. Arriva poi lo Scudetto dei record. La Juve chiude con 102 punti, Pirlo con due fantastiche punizioni nel mese di marzo decide la sfida di campionato con il Genoa e quella di Europa League con la Fiorentina. Quest’anno ha giocato un po’ meno, ma è stato naturalmente decisivo. Il gol nel derby al 93’ lo ha fatto sorridere come poche altre volte lo si era visto. I bianconeri hanno vinto ancora lo Scudetto e dopo vent’anni la Coppa Italia, adesso il ‘Maestro’ proverà a conquistare a Berlino il ‘treble’.
Campione del Mondo – E a Berlino il 9 luglio 2006 Pirlo ha provato senza dubbio la gioia più bella della sua meravigliosa carriera, perché quella sera l’Italia divenne campione del mondo, Pirlo realizzò anche uno dei cinque rigori alla Francia. In azzurro ha esordito con Trapattoni nel 2002, e ha preso parte pure ai deludenti Mondiali 2010 e 2014 e a tre Europei. In totale ha disputato 113 partite e realizzato 13 gol, compreso una delle reti segnate al Ghana nel primo match di Germania 2006.