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A Cardiff la finale di Champions Juve-Real Madrid

Anche la cabala più forte della Juve: quando va in svantaggio, poi perde la Coppa

Era accaduto nelle otto precedenti finali e solo in due occasioni, quando si era portata in vantaggio per prima, la squadra bianconera aveva alzato il trofeo al cielo: nel 1985 e nel 1996. Una delusione così forte che ha portato Allegri a togliersi dal collo subito la medaglia del secondo posto.
A cura di Alessio Pediglieri
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La Juventus torna da Cardiff con la consapevolezza di non riuscire a far sue le finali. Le partite più belle, affascinanti ma anche le più difficili. Quelle che non ammettono una seconda chance, in cui ogni minimo errore viene punito oltremodo. Anche contro il Real Madrid è andata così, con i bianconeri che hanno mollato mentalmente lasciando campo ad avversari troppo avvezzi al successo per non approfittarne: un 4-1 umiliante ed eccessivo che però è già entrato negli annali. Un libro già visto troppe volte, anche perché al gol di Cristiano Ronaldo si poteva ben pensare tale epilogo visto che la cabala riportava un dato che si è puntualmente ripetuto: ogni volta che i bianconeri vanno in svantaggio, poi perdono la Coppa.

La finale della storia – Era la finale dei corsi e ricorsi storici. Il Real giocava per il record assoluto di due vittorie consecutive in Champions League, evento mai accaduto primo di questa sera. La Juventus per conquistare uno storico Triplete, in mano solamente ad alcune società elette (Inter, Barcellona, Bayern Monaco). Comunque fosse finita, la pagina era di quelle da incorniciare. E così è stato, per gli spagnoli.

In svantaggio e coppa addio – Per la Juventus, oltre alla sconfitta c'è stata anche la beffa di un ricorso storico che l'ha schiacciata: nelle otto precedenti finali di Coppa dei Campioni la Juventus aveva sempre perso quando aveva subito gol per prima nel corso della finalissima. Le uniche due volte in cui aveva invece segnato per prima, aveva poi vinto la coppa (1985 e 1996). E anche stavolta è andata così.

La medaglia di Allegri – Una delusione fortissima, che dovrà essere digerita solo con il tempo ma che ha già lasciato i segni nell'animo dei suoi protagonisti. Tra questi, Max Allegri il tecnico che aveva costruito il sogno, ci aveva creduto per primo e per primo voleva questa Coppa. Un'amarezza tale da far sì che l'allenatore della Juventus, una volta ricevuta la medaglia del secondo posto, se l'è tolta dal collo subito, quasi rifiutando quel verdetto che oramai è stato segnato. Adesso si dovrà ripartire, tutto più complicato per un gruppo che si era aggrappato alla convinzione di potercela fare.

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