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Altro che pazza, è brutta Inter. E non c’era Kondogbia a fare da capro espiatorio

Due partite, cinque gol incassati, zero punti e rischio eliminazione perfino dai gironi di Europa League. La Coppa conferma vecchi difetti dei nerazzurri. De Boer: “Abbiamo giocato come dilettanti”.
A cura di Maurizio De Santis
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Due partite, cinque gol incassati, zero punti e rischio eliminazione perfino dai gironi di Europa League. Il gioco? Nemmeno quello. Chissà cosa avrà pensato Frank De Boer mentre osservava, basito, l'ennesima prestazione mediocre della sua squadra. Questa volta non c'era Kondogbia da sostituire e poi mandare al massacro, prima in pasto al pubblico (che mazzata per il calciatore uscire tra gli applausi di assenso dei tifosi) poi ai media, criticandolo duramente in tv e davanti ai taccuini e trasformandolo di fatto nel principale responsabile di quel primo tempo balordo contro il Bologna. A giudicare dall'andazzo della partita di Praga (persa 3-1) avrebbe dovuto tirarli fuori tutti l'uno dietro l'altro.

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Eppure la formazione mandata in campo – eccezion fatta per il francese, Gabigol, Jovetic e Joao Mario fuori dalla lista Uefa per necessità di fairplay finanziario – era composta da calciatori non certo di ‘primo pelo': Handanovic, Murillo, Melo, Banega, Candreva, Eder, Palacio che ha dalla sua solo la rete della bandiera ma ne porta un'altra fallita sulla coscienza… e poi sono entrati due dei senatori, Perisic e Icardi. Anche loro anarchici nell'interpretazione degli schemi. Anche loro svogliati. Anche loro apparsi sordi ai richiami dell'olandese che aveva urlato in faccia all'ex Monaco tutta la propria rabbia ("non fa quel che dico, va fuori") mentre nella serata all'ombra del Castello tace e assiste attonito alla seconda figuraccia europea. Anche loro avrebbero meritato la stessa gogna riservata al ragazzo che – pur non esente da colpe personali – andava redarguito nel chiuso dello spogliatoio e non processato in piazza.

Le chiavi tattiche di Inter e Sparta Praga a confronto (fonte twitter @11tegen11)
Le chiavi tattiche di Inter e Sparta Praga a confronto (fonte twitter @11tegen11)

Due settimane fa i ceffoni sul muso presi a San Siro dagli israelini dell'Hapoel, adesso altre sberle prese dallo Sparta che ha scandito un'altra prova imbarazzante. "Dobbiamo capire che giocare in Europa non è semplice, è come il campionato italiano", dice Felipe Melo, uno dei peggiori in campo visti all'opera nella serata di Coppa. ‘Mai dire gol' avrebbe trasformato quel balletto con tanto di inciampo e goffa caduta a centrocampo in una gag memorabile. Il brasiliano, però, è uno dei tanti imputati: in due partite di Europa League contro avversari di rango inferiore sia sotto il profilo tecnico, sia dell'esperienza, sia tattico l'Inter non ha quasi mai tirato in porta, ha esibito un gioco (?) farraginoso, poca personalità e soprattutto ha denotato falle in difesa preoccupanti.

"Giocato come dilettanti"

"La Roma? Ho fiducia nella squadra, ma non voglio ogni volta che facciamo una buona partita e poi andiamo in Europa League a giocare da dilettanti". E' la conclusione amara di De Boer. I nerazzurri sono andati in svantaggio in 7 delle 8 partite disputate quest'anno tra Serie A ed Europa League. Sparta come il Chievo, l'Hapoel, il Bologna: il copione è lo stesso, gli interpreti anche. E non basta fare appello all'assenza di Icardi tra i titolari per giustificare una gara che nel complesso è stata brutta, non pazza.

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