Allegri e Mazzarri, nemici storici nel derby toscano-milanese

Derby alla livornese – Uno "fumantino" e sarcastico, l'altro permaloso e con un "ego" smisurato. Conterranei, colleghi, semplici conoscenti e, da oggi, anche vicini di "panchina" a Milano. Il destino si è veramente divertito con Massimiliano Allegri e Walter Mazzarri: i Tom e Jerry del calcio italiano. Le loro vigilie (quelle di Milan-Napoli, per intenderci) hanno sempre regalato momenti di "frizione" tra i due. Frecciate e rispostaccie, battute a distanza, zero complimenti reciproci. La loro rivalità è cosa seria: è roba da toscani, da livornesi. Nei cinquanta chilometri che separano Livorno da San Vincenzo (città natale di Mazzarri), fosse per loro, farebbero tirar su un muro con tanto di "check point Charlie" per entrare ed uscire. "Boia, deh…se non si possono vedere", direbbero in perfetto slang livornese da quelle parti. Le schermaglie cominciarono quando Allegri sedeva sulla panchina del Cagliari e Mazzarri su quella partenopea. L'apice lo raggiunsero nel febbraio 2011 quando prima, durante e dopo Milan-Napoli, se le diedero (verbalmente) di santa ragione. Accostare i due e tentare di trovare punti di incontro è roba da illusionisti. Walter e Massimiliano sono diversi in tutto: dall'abbigliamento (look più ingessato per il milanista, più casual quello del neo nerazzurro), al modo di intendere e vedere la vita fuori e dentro il campo. Dalla voglia di scherzare, anche in maniera autoironica, del mister rossonero (celebri le battute relative a matrimoni e divorzi in quel di Milanello), allo sguardo "burbero" che ti rivolge Mazzarri quando provi a buttarla sul ridere. Differenze ancor più evidenti se si prende ad esempio il rapporto che i due allenatori terranno con i rispettivi presidenti: al "conte Max", probabilmente, gli verrà passato il biglietto con la formazione da schierare in campo. Mazzarri, invece, è pronto a tener fuori dallo spogliatoio Massimo Moratti.
Botta e risposta – Il percorso dei due tecnici livornesi ha riservato, più volte, incroci pericolosi tra i due e, in quasi ogni occasione, c'è scappata la "rissa" dialettica. Complice una battuta sbagliata, un saluto mal riposto o, più semplicemente, un rigore non assegnato, tra Allegri e Mazzarri è spesso scoccata la scintilla. "Chiedo a Mazzarri di di non cadere in polemiche che ogni tanto sono simpatiche ma ogni tanto non mi piacciono", disse il tecnico rossonero nel febbraio 2011. Frase che si portò dietro, ovviamente, la risposta dell'allenatore di San Vincenzo: "Allegri dice cose che non esistono. Ho solo affermato che da trent’anni si parla di sudditanza psicologica degli arbitri". Pignolo e pungente, come quando dichiarò al "Chiambretti Night" (aprile 2011): "Ognuno di noi ha fatto percorsi diversi. Allegri? Come uomo non lo conosco". La risposta stizzosa di "Acciughino" arrivò poche ore dopo: "Parla troppo. Io non ho il tempo di pensare ad altro come fa lui. Comunque mi è simpatico". Per la serie "lei non sa chi sono io", Mazzarri entrò a gamba tesa, presumibilmente sul collega, qualche settimana più tardi: "Io alleno da dieci anni. In questo lavoro è agevolato chi gode di un gruppo di qualità, rispetto a chi ha invece dovuto guidare squadre di fasce diverse". Una frecciata che Allegri schivò sorridendo, forte anche del suo "background" passato tra i ragazzi dell'Aglianese e quelli della Spal, prima di arrivare a guidare in Serie A il Cagliari di Massimo Cellino.
Attesa per la stracittadina – Il prossimo derby di Milano avrà, quindi, un motivo in più per essere seguito con attenzione. Le conferenze stampa, pre e post, dei due allenatori potrebbero diventare momenti "cult". Facile immaginare, al primo fischio arbitrale controverso, frecciate e stilettate velenose ad "alzo zero", dichiarazioni bellicose davanti alle telecamere, strette di mano gelide davanti ai fotografi. Allegri e Mazzarri sono così…prendere o lasciare. Uno ricorda nei modi Ancelotti, l'altro somiglia vagamente al "sergente di ferro" Mourinho. Impossibile metterli di fianco, così come impossibile paragonarli. Antonio Cassano, che ritroverà Mazzarri all'Inter dopo la parentesi doriana, ha avuto a che fare con entrambi e, da entrambi, ha ricevuto carezze e bastonate. La gestione del grande campione, forse, potrebbe essere l'unico punto di contatto comune tra i due. Allegri passò indenne in mezzo all'uragano Ibrahimovic, riuscendo a vincere lo scudetto grazie ai gol dello svedese. Mazzarri coccolò e "svezzò" Cavani fin dall'inizio senza, suo malgrado, riuscire a vincere il tricolore. Ci proverà, il prossimo anno, sotto lo sguardo severo dei tre anelli di San Siro. Allegri, ovviamente, permettendo!