Allegri batte Inzaghi: troppa Juventus per un povero Milan
Un tempo, nonostante qualche screzio di troppo, remavano entrambi dalla stessa parte. Oggi, invece, sono agli opposti del campionato italiano. Tutti gli occhi dei tifosi bianco(rosso)neri erano per loro due: Massimiliano Allegri e Filippo Inzaghi. Uno alla guida della corazzata juventina, prima in classifica meritatamente e ancora in corsa per la Champions League, l'altro sulla panchina di una squadra ancora in costruzione, piena di equivoci tattici e fisici e reduce da un torneo a dir poco altalenante. In casa della squadra più forte d'Italia, che non perde nel proprio stadio da oltre due anni, il Milan ha cercato disperatamente di "ruminare" calcio e di spaventare i campioni in carica: una "mission impossible" per il Diavolo che, in mezzo al campo, ha proposto molti muscoli e pochissima creatività. Tutto il contrario di ciò che ha potuto disporre Max Allegri. L'imbarazzante differenza tra i quattro bianconeri (Vidal, Pirlo, Marchisio e Pogba) e i tre di centrocampo del Milan (Poli, Muntari ed Essien) è stata (ed è) la spiegazione più chiara dell'enorme distacco tra i due club in campionato. L'undici di Inzaghi, nonostante un evidente e migliore approccio alla gara rispetto alle ultime uscite, ha denotato ancora una volta pecche difensive imbarazzanti. Senza lo squalificato Destro, il Milan in attacco ha fatto quello che è riuscito a fare: ben poco davanti ad una difesa che, paradossalmente, è sembrata spesso in confusione. La fortuna di Allegri è stata, ancora una volta, quella di poter contare su un "certo" Carlitos Tevez: giocatore che, anche stasera, ha fatto la differenza sbloccando una partita che poteva anche diventare difficile.
Il solito Apache – Spinta dall'urlo dello "Stadium", la Juventus è partita ad alta velocità confezionando dopo neanche due minuti di gioco, la prima occasione con una sberla da fuori area di Morata, bloccata da Diego Lopez. Un campanello d'allarme che, paradossalmente, ha svegliato il Milan capace di giocare con personalità fino al 14esimo quando Carlitos Tevez ha portato in vantaggio i bianconeri. L'azione che ha generato il 14esimo gol in campionato dell'argentino, però, farà certamente discutere per la posizione molto dubbia dell'attaccante: partito alle spalle di Paletta e volato fino alla porta avversaria per il suo ennesimo sigillo personale. Un gol che ha galvanizzato la vecchia signora, capace di digerire subito il pareggio di Antonelli (subito al gol, nella prima partita da rossonero) e di trovare di nuovo il vantaggio al 31esimo con Bonucci: bravo a trovare la deviazione vincente su calcio d'angolo, arrivato dopo un miracolo di Diego Lopez su Marchisio. Una seconda mazzata per il Diavolo, arrivata a soli tre minuti dal pareggio, che ha reso ancora più fragili gli equilibri rossoneri, specialmente dopo l'uscita di Menez e l'ingresso di Pazzini. I bianconeri, dopo il secondo gol, hanno controllato le poche sfuriate dell'avversario e rischiato di trovare il terzo sigillo: negato a più riprese da un attento Diego Lopez, di gran lunga il migliore della squadra di Inzaghi nel primo tempo.
Illusione Pazzini – La ripresa ha visto il Milan riproporsi con più cattiveria. Pazzini, dopo l'entrata "a freddo", si è subito reso pericoloso con un destro contenuto da Buffon e poi con una conclusione che solo uno con il "pedigree" del portierone bianconero poteva deviare in angolo evitando un pareggio che sembrava già fatto. La Juve ha aspettato il Diavolo, gli ha messo il bavaglio e, come nel primo tempo, ha trovato la rete del 3 a 1 nel momento di maggior difficoltà: botta di Marchisio sul palo e tap-in vincente di Morata al 20esimo. Un gol che ha spezzato le gambe ai milanisti e chiuso anzitempo i novanta minuti dello "Stadium". Il resto della ripresa, infatti, è stata ordinaria amministrazione per i bianconeri che, specialmente in campo aperto, hanno sfiorato la quarta realizzazione e messo paura ai tifosi del Milan rossoneri giunti a Torino. Tutto è bene quel che finisce bene, quindi, in casa Juventus. La prova di forza messa in campo stasera, nonostante qualche sbavatura di troppo in difesa, è benzina per lo scatto finale verso il tricolore e per la doppia sfida di Champions League contro un derelitto Borussia Dortmund. La sconfitta di Torino, invece, non sposta gli equilibri del campionato del Milan che, nelle prossime due gare casalinghe contro Empoli e Cesena, sarà chiamato a prendere sei punti e confermare quel poco di buono che si è visto questa sera.