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Alessandro Nesta dice addio al Milan. Domenica saluterà tutti, insieme a Inzaghi e Seedorf

San Siro si appresta a dare l’ultimo saluto ad Alessandro Nesta, che ha appena annunciato il suo addio, in una conferenza stampa a Milanello. Insieme a lui, saluteranno anche Seedorf e, soprattutto, Pippo Inzaghi. Con la loro partenza, si chiude un capitolo vincente del Milan di Berlusconi.
A cura di Alberto Pucci
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Milan - Atalanta

Tristezza: per favore, vai via! – Domenica, la Milano rossonera sarà in lacrime e, badate bene, non sarà certo per le ultime delusioni calcistiche. Le vittorie, prima o poi, torneranno. Lo sarà per i tre grandi campioni che stanno per lasciare: Alessandro Nesta, Clarence Seedorf e Filippo Inzaghi. E’ tempo di addii in casa rossonera. Oggi Alessandro Nesta, che ha comunicato in una conferenza stampa il suo addio e, domenica contro il Novara nell’ultima di campionato, il saluto di Seedorf ed Inzaghi. A San Siro, quindi, la padrona di casa sarà la tristezza: per uno scudetto perso ma anche, e soprattutto, per quei giocatori che lasceranno il Milan, dopo aver scritto pagine indelebili della storia calcistica rossonera. Non è un bel momento per Adriano Galliani che, dopo aver visto trionfare Antonio Conte e la sua squadra, dovrà incontrare tutti gli svincolati milanisti e prendere decisioni che, in alcuni casi, faranno male al cuore della tifoseria. Dopo aver pianto per i ritiri di Baresi, Ancelotti e Maldini, dopo aver visto partire i vari Rui Costa e Pirlo, dopo aver passato ore insonni per le cessioni di Shevchenko e Kakà, il tifoso rossonero dovrà ora affrontare altri tre addii eccellenti: tre grandi giocatori che, molto probabilmente, cambieranno maglia e vita.

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Il dolore più grande – Non me ne vogliano gli altri due, ma il “colpo all’anima” sarà soprattutto per Filippo Inzaghi. Anche se non è detta l’ultima parola, se arriverà sarà un colpo duro, di quelli dai quali si farà fatica a riprendersi.

“ Non è Inzaghi ad essere innamorato del gol: è il gol ad essere innamorato di Inzaghi! ”
Emiliano Mondonico
Inzaghi è, e sarà sempre, nel cuore di ogni milanista, anche in quello di chi, all’inizio si tappava il naso per il suo passato bianconero. Arrivò con Manuel Rui Costa nell’estate del 2001, al termine di una campagna acquisti d’altri tempi (la società sborsò, tra denaro fresco e contropartite, quasi 150 miliardi, per i due) ed entrambi riportarono il Milan in vetta al campionato e sul tetto d’Europa pochi mesi dopo, in quell’incredibile edizione di Champions League dove i rossoneri affrontarono l’Inter in semifinale e la Juventus all’Old Trafford. Una storia fantastica che, qualche anno dopo, andò nuovamente in scena nella finale (bis) contro il Liverpool nel Maggio 2007. Risultò lui, l‘uomo della partita. Due gol che fecerò impazzire di gioia i tifosi. Due gol che rappresentano bene il “way of life” di Inzaghi: sempre lì, nel posto giusto al momento giusto. In Italia e in Europa con il Milan, nel resto del mondo con la maglia azzurra: la sua seconda casa.

Ricordi e rimpianti – Pensi ad Inzaghi e ti vengono in mente decine e decine di “facce da gol”: quelle smorfie con le quali Pippo accompagnava il pallone in porta. Gol pazzeschi: alcuni belli, altri figli di un fiuto e di una fortuna che non ha mai abbandonato l’attaccante di Piacenza. “Alla Inzaghi” si è solito dire, ormai, quando si segna in un determinato modo. Più che un marchio di fabbrica: un riconoscimento per una carriera strepitosa. Pensi a lui e ti tornano in mente i gol nei derby. Rivedi quello in Champions nella semifinale contro l’Ajax: sul tabellino c’è scritto Tomasson, ma per tutti i tifosi milanisti “quella” rete è (e sarà sempre) di Super Pippo Inzaghi. Reti decisive, specialmente in Europa dove in molti (Ibra su tutti) continuano a faticare e a non vincere un bel niente. Nelle ultime due stagioni ha giocato poco e segnato ancora meno. Colpa della carta d’identità e colpa di un allenatore che, quasi mai, ha creduto in lui e che in alcune situazioni, come ad esempio l’esclusione dalla lista Champions, lo ha pubblicamente delegittimato. Troppo per lui che, dopo aver rifiutato per troppo amore il trasferimento a Siena nei mesi scorsi, ha deciso di salutare nella gara contro il Novara: la sua trecentesima presenza in rossonero. Ammesso che Allegri, almeno questa volta, gli conceda il privilegio di scendere in campo.

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Gli altri due – Ci mancherai Pippo! Ci mancherà il tuo viso scavato dalla fatica, il tuo modo “tarantolato” di stare in campo. Avremo nostalgia delle tue battaglie con il fuorigioco, di ”quei” rigori che solo tu sapevi conquistare in quel modo, della tua dieta perfetta a basa di bresaola. Mancherai, come mancheranno Alessandro Nesta e Clarence Seedorf: gli altri due eroi rossoneri al passo d’addio. Il difensore ha comunicato, proprio questo pomeriggio, l’intenzione di chiudere con il calcio italiano e di dire “stop” alla sua parentesi rossonera. Un’altra perdita enorme per il Milan, se si pensa che nelle ultime due stagioni Nesta ha fatto meglio di chi avrebbe dovuto sostituirlo (Mexes, in primis). Con Thiago Silva, in alcune partite, ha ricordato quel famoso “muro” invalicabile composto, anni addietro, dalla difesa comandata da un certo Franco Baresi. Andrà, probabilmente, ad invecchiare negli Stati Uniti, nella Major League Soccer: in un campionato dove la sua classe, nonostante l’età, continuerà ancora a fare la differenza. C’è, ovviamente, anche la sua firma sui trionfi del Milan degli ultimi anni, come ha ricordato nella conferenza stampa d'addio a Milanello: "Ho preso questa decisione dopo 10 anni dove sono stato benissimo, ho conosciuto grandi persone e ho vinto tanto. Vorrei andare a fare un'esperienza diversa dove posso ancora fare qualcosa di buono". Scudetti, Champions, Mondiale per club e Supercoppe varie: 10 anni di trionfi, 325 presenze e 10 reti. Ricordi sempre vivi nel cuore dei suoi tifosi, istantanee che gli serviranno per combattere l’eventuale malinconia del calcio italiano.

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Saudade – La chiamano così, in Brasile, la malinconia. Spesso colpisce i giocatori verdeoro che emigrano in Europa per cercare fortuna. Chissà se colpirà anche Clarence Seedorf destinato, a quanto pare, a compiere il viaggio inverso. Anche per lui ci sarà il probabile addio. Niente incarico dirigenziale nei vertici societari, così come si era ipotizzato nei mesi scorsi. Clarence continuerà a correre dietro al pallone con il suo andamento non proprio fulmineo e “dinoccolato”. Un passo sicuramente più brasiliano che europeo. Un ritmo perfetto per una squadra come il Botafogo, club che lo sta corteggiando da settimane. Clarence lascia Milano ed il Milan dopo una stagione altalenante e pieni di problemi con Massimiliano Allegri, specialmente nell’ultimo mese. Anche lui lascia tracce incancellabili della sua classe: numeri e gol che rimarranno impressi nella memoria del tifoso milanista. Domenica l’addio e poi, subito dopo, il volo verso Rio de Janeiro per unirsi ai suoi nuovi compagni. Buon viaggio e “boa sorte!, professor Clarence!

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