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Al sorteggio del calendario 2011-2012 di Serie A, Tommasi e Beretta litigano mentre De Laurentiis insulta e se ne va

Nella notte del calendario di serie A va tutto a rotoli: Tommasi e Beretta che litigano e si minacciano, il presidente De Laurentiis che insulta e lascia lo studio. Sullo sfondo una nuova stagione di calcio a cui non sembra interessare nessuno.
A cura di Alessio Pediglieri
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Chi pensava che la nuova stagione partisse con il piede giusto se ne è ricreduto subito dopo il sorteggio per il calendario della prossima stagione di serie A. Nella sede dove si teneva l'evento, in rigorosa diretta televisiva Sky è successo un po' di tutto nel giro di sessanta minuti o poco più: frecciatine e minacce velate di scioperi e boicotaggi tra il presidente della Lega e quello dell'Assocalciatori, promesse pre-calendario e minacce con insulti solo dieci minuti dopo con protagonisti i presidenti di alcuni club: sembrava di essere sul set di un film, di basso rango.

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PRIMO ROUND, TOMMASI-BERETTA – Ancor prima che venisse svelato tutto il calendario con le 38 giornate della stagione 2011-2012 della serie A Tim, avevano fatto capolino tutti i principali protagonisti delle 20 squadre di serie A rappresentate da amministratori delegati, dirigenti e presidenti. Tra loro anche i massimi esponenti della Federazione e degli altri organi ufficiali del nostro calcio come – già ricordato – l'Associazione Italiana Calciatori, il Sindacato dei tesserati da tempo in aperto contrasto con la Lega per l'annoso problema del contratto collettivo. Proprio tra il presidente Beretta e il suo alter ego Tommasi si è consumato il primo tempo del triste lungometraggio degli imbarazzi davanti alle telecamere. Quando Bonan, giornalista SKY – attore suo malgrado protagonista – ha avuto la malaugurata idea di far dialogare tra loro i diretti interessati sono scoppiate subito le scintille. "Siamo al 90 per cento dell'opera, manca solamene il 10%, cioè la firma della Lega sul nuovo accordo" ha detto ad un certo punto il presidente AIC, Tommasi.

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"Dieci per cento? Direi che la firma della Lega valga un po' di più" ha subito pizzicato Beretta che poi ha incalzato "Comunque le sensazioni sono buone, credo si possa trovare un modo per andare tutti d'accordo, dopotutto siamo qui e sento un clima positivo".  Positivo? Dal labiale di rimando e dal sorriso ironico di Tommasi è sembrato tutto tranne che un "clima positivo" anche perchè il dibattito è continuato, lasciando tutti sulle proprie posizioni. "Penso che il campionato inizierà dopo che ci sarà la firma dell'Aic, come ha detto il presidente Beretta" ha sottolineato sarcastico l'ex centrocampista della Roma e della Nazionale, neo eletto ai vertici AIC. "E non si inizierà se non dopo la firma di tutte le parti in causa e la firma arriverà solamente prima che il campionato inizi. Per questo – ha concluso il presidente AIC – il presidente Beretta ci ha dato garanzie che tutto sarà a posto per tempo". Prendi e porta a casa, un messaggio diretto come un pugno alla Lega che in caso di diniego subirebbe un ko al primo round con il nome di "sciopero".

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MATCH, PARTITA, INCONTRO A DE LAURENTIIS – Ma il match verbale tra Tommasi e Beretta è stato solo l'antipasto. Il secondo tempo della pantomima del calendario ha regalato ai telespettatori il clou nello show di un uomo che lo spettacolo non solo lo conosce da anni ma lo crea e lo gestisce avendone fatto un remunerativo lavoro: De Laurentiis, il presidente del Napoli. In questo caso nessun confronto a parole ma il colpo di scena è arrivato puntuale con il patron dei partenopei che ha lasciato in diretta televisiva gli studi Sky gridando "Siete delle merde". Di certo non una lezione di stile, sicuramente una scelta di sicuro effetto. Per comprendere il motivo di tanto fastidio bisogna però fare un passo indietro, nelle dichiarazioni pre-calendario. Proprio De Laurentiis infatti, si era fatto paladino delle squadre che si erano qualificate in Champions League tra cui – ovviamente – anche il Napoli. "Ho chiesto ufficialmente di tutelare le squadre che devono giocare in Europa – aveva detto De Laurentiis -. Creare un calendario ad hoc per le squadre che sono impegnate nelle coppe europee. Altrimenti se il calcio italiano deve recuperare potenza e presenza in Europa non si può creare un campionato ad uso e consumo di nessuno o di qualcuno che ha interesse a creare ostacoli a chi potrebbe crearne a lui. In passato non si è avuto cautela, ora forse sta tornando di moda la correttezza".

“ Siete tutti delle merde, mi vergogno di essere italiano ”
Aurelio De Laurentiis

Bene, il computer della Lega lo ha schiaffeggiato in pubblico: il calendario di serie A non avrebbe tenuto conto degli impegni europei del Napoli, che ospiterà il Milan alla terza giorbnata e giocherà sul campo dell'Inter alla sesta. Da qui la furia ribelle del vulcanico presidente e delle sue parole: "Siete delle merde, voglio tornare a fare cinema. Mi vergogno di essere italiano", ha detto poi ai cronisti che lo hanno inseguito per circa cinque minuti lungo via Feltre a Milano, all'uscita dello studio dove si stava tenendo il sorteggio. "Penso di cambiare paese e cittadinanza" ha poi aggiunto De Laurentiis prima di fermare un ragazzo in scooter e farsi dare un passaggio per sfuggire ai cronisti che lo stavano inseguendo. Imbarazzo generale e qualche scusa di circostanza come ad esempio da Cellino: "Il nostro è un mestiere che crea tensione e questo in particolare è un momento di grande tensione. Bisogna capire certi sfoghi". Sfoghi sì, ma qui si è andati oltre, sfociando in un tragicomico movie di serie B. Altro che serie A…

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