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Ah, come segna Del Piero. Pinturicchio fa 43 anni e resta l’idolo della Juve

Il Pinturicchio festeggia i 43 anni ed è l’occasione per rinfrescare la memoria su quanto di bello ha lasciato nel mondo del calcio. Cui ha dato molto e dal quale ha ricevuto tanto, lasciando impronte indelebili come il “gol alla Del Piero”: un marchio di fabbrica d’autore.
A cura di Alessio Pediglieri
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43 anni e non sentirli. Alessandro Del Piero è ancora vivo nei ricordi di tutti gli appassionati di calcio, non solo fedeli ai colori bianconeri. Perché il ‘Pinturicchio' è stato – ed è ancora – patrimonio del calcio nazionale e non solo. Con i suoi 6 scudetti juventini, i suoi innumerevoli gol d'autore, i suoi trofei in giro per il mondo che conquistò nel 2006 con l'Italia di Lippi a Berlino. Una vera e propria icona amata e onorata dal mondo del calcio cui diede molto ma ricevette anche il massimo. E oggi, dagli studi televisivi come commentatore di calcio, continua a raccontare storie sul mondo dl pallone scegliendo una strada diversa da quelli di molti altri suoi ex colleghi finiti in panchina.

Miglior attaccante juventino di sempre

E' stato votato il miglior attaccante della storia juventina dai tifosi bianconeri. Forse il più importante titolo che potesse raggiungere: Alessandro Del Piero di trofei ne ha conquistati a decine eppure il riconoscimento massimo degli appassionati di calcio è ciò che ogni giocatore apprezza di più, pur senza ammetterlo direttamente. E la storia – non solo bianconera – racconta di un campione e di un uomo che sul campo si è meritato tutti gli allori passati presenti e futuri.

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Scudetti, Champions, Mondiale

Nella sua increbdibile vita juventina, ha collezionato 6 scudetti se non si contano anche i 2 cancellati dallo scandalo di Calciopoli, una Champions League, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Europea, quattro Supercoppe Italiane, una Coppa Italia. Tutto ciò che si poteva conquistare in Italia con qualche ciliegina sparsa qua e là: come le due volte in cui ha vinto il titolo di capocannoniere in campionato. La prima in Serie B (2006/2007 con 20 gol) e poi l’anno successivo in Serie A (2007/2008 con 21 gol).

Il gol "alla Del Piero"

Perché il marchio di fabbrica di Del Piero erano sì le giocate pennellate ai compagni, sì i dribbling e i giochi da artista del pallone ma anche  – e soprattutto – i gol. Non è un caso se ancor oggi e per sempre si parlerà di "gol alla Del Piero", con quel tocco a giro dal vertice dell'area di rigore sul palo più lontano, ad accarezzare la traversa e a strappar applausi ai propri e altrui tifosi. E di gol, il Pinturicchio ne ha fatti tantissimi, non tutti nella stessa maniera perché per segnare Del Piero utilizzava ogni sua singola qualità.

Le perle degli anni 90

Tanti, troppi gol splendidi per ricordarli tutti. Ed ecco che una selezione diventa miseria davanti a tanta nobiltà calcistica. Ma non si possono dimenticare l’incredibile conclusione al volo che sancì la rimonta della Juve sulla Fiorentina (da 0-2 a 3-2) nel dicembre 1994 in campionato oppure bel 1996 il gol vittoria a Tokyo dopo aver trionfato in Champions, che qualche mese dopo annientò il River Plate e spedì i bianconeri sul tetto del mondo.

I gol del Terzo Millennio

Epocale la rete del febbraio 2001 contro il Bari con la rabbiosa esultanza successiva per scaricare tutta l’emozione per la scomparsa dell’amato papà Gino e quella in acrobazia contro il Piacenza nel gennaio 2003 con dedica speciale all’appena scomparso Giovanni Agnelli. E poi il gol di tacco nel derby del 2002 vinto per 4-0  fino alla doppietta contro il Real Madrid che gli regalò la standing ovation di tutto il Bernabeu nel novembre 2008.

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