Aguero, 43 milioni di buoni motivi per cui il City ha azzeccato l’acquisto
Non é un personaggio qualunque, Sergio Aguero, in arte El Kun, porta con sé una storia quasi di altri tempi che ne ha caratterizzato la crescita agonistica e umana, malgrado sia ancora giovanissimo e pronto a fare nuove esperienze. A 23 anni, l'argentino dalla faccia pulita ha già un curriculum di tutto rispetto, fatto di gol, qualità e nomea degno di un campionissimo. E non inganni il fatto che sia il genero di sua Maestà Diego Maradona avendone sposato la figlia Giannina: tutto ció che si dice di buono di Aguero, il ragazzo se l'è guadagnato sul campo e il City l'ha voluto ad ogni costo.
CON UN'IDEA PRECISA NELLA TESTA –In questo mercato è stato uno dei pezzi più pregiati del panorama europeo ma da anni El Kun é ai vertici del calcio che conta anche se non ha militato in club di primissima fascia. Eppure ha fatto impazzire prima i tifosi dell'Independiente, poi quelli dell'Atletico Madrid, in futuro quelli del City. Chi lo conosce bene lo descrive come un ragazzo dalle idee chiare e quando sul suo sito ufficiale, in primavera ha scritto una nota dal titolo ‘l'ora di partir' con cui ha salutato i propri supporti biancorossi, tutto il mondo ne ha avuto la conferma. Una scelta ponderata, dopo cinque anni vissuti da protagonista, nata dalla precisa e ferma volontà di fare il gran salto di qualità e nella consapevolezza di aver dato tutto all'Atletico, il club che gli ha permesso di farlo conoscere a tutta Europa.
PREMESSE DA CAMPIONE – In Spagna, Aguero, arrivó cinque anni fa, appena diciottenne con una valigia piena di speranze: costò 23 milioni di euro. Oggi, dopo aver segnato cento gol con la maglia della seconda squadra di Madrid e essere entrato in pianta stabile nel giro della nazionale argentina, ne vale quasi il doppio, per la precisione 43, tanti ne ha fatti spendere alla sua presidenza per averlo in rosa, Roberto Mancini. El Kun – soprannome che gli venne dato da piccolo, in riferimento ad un fumetto – é pronto alla definitiva maturità calcistica. In Coppa America, malgrado la disastrosa esperienza dell'Argentina, eliminata anzitempo dall'Uruguay poi vincitore della competizione per la quindicesima volta, non a caso Aguero é risultato tra i meno peggio, confermando di avere maturato anche una sufficiente esperienza internazionale.
APPRENDISTATO AL FIANCO DI TORRES E FORLAN – Nell'Atletico di Madrid, Aguero ha giocato un anno con Fernando Torres e gli ultimi anni con Diego Forlan in attacco: con il ‘ninho' il rapporto di coesistenza risultó più che complicato tanto che la dirigenza fu costretta ad una scelta radicale, vendendo – profumatamente – Torres al Liverpool tra lo stupore generale e il malcontento della folla, puntando interamente su un argentino che ancora non aveva fatto vedere grandi numeri. Numeri che sono arrivati subito dopo ripagando con gli interessi chi ha creduto in lui. Al fianco di Forlan, Aguero ha segnato la bellezza di 74 gol in Liga, offrendo innumerevoli assist al compagno per la gioia dell'Atletico e dei suoi tifosi. Infatti, oltre ad essere un ottimo cecchino in area di rigore, El Kun si è dimostrato spesso di essere un utile uomo-assist con innumerevoli passaggi decisivi.
A GOMITATE IN NAZIONALE – Ancor piú convincente è stata la – piú difficile – ascesa in Nazionale dove Aguero ha trovato più di una difficoltà per imporsi con costanza e qualità. Colpa della generazione di ‘fenomeni' di questi ultimi anni che ha prodotto l'Argentina capitanati a un certo Leo Messi, autentico fulcro del gioco d'attacco soprattutto dopo che Guardiola nel Barcellona aveva spostato il baricentro della ‘pulce' verso la por a avversaria. Proprio la presenza di Messi, di Tevez, Milito, Higuain, Lavezzi e Di Maria, aveva ritardato l'esplosione del Kun in nazionale, malgrado avesse già dato prova concreta di avere anche lui numeri di tutto rispetto. In nazionale infatti, Aguero ha vinto due Mondiali Under 20 e una Olimpiade. Nel primo titolo giovanile, nel 2005 in Olanda, partiva dalla panchina come soluzione alternativa di Oberman che, con Messi, componeva stabilmente il tandem offensivo. Nel 2007, due anni dopo in Canada, Aguero si presentó ai nastri di partenza da titolare e nella vittoria dell'Argentina non fu certo un comprimario: capocannoniere e miglior giocatore del torneo. Giocava in mezzo a Piatti e a Zarate. Oggi, da un paio di anni, é sempre al centro delle manovre offensive della nazionale sudamericana e anche nell'ultima Coppa Americ si è ritagliato una parte da protagonista al fianco di Messi, Di Maria e Higuain confermando di potersi giocare alla pari le proprie chances fino un fondo.
I NUMERI DA CAMPIONE – Aguero è il classico attaccante moderno, completo e veloce, capace di essere determinante in area di rigore così come appoggio e assist-man per il compagno di turno. Buon leader in campo, ha dimostrato di giocare anche con carisma e cattiveria – rimediando già cinque espulsioni in carriera – ma il meglio lo fa vedere con la palla ai piedi. Forse la sua miglior qualità è proprio il senso del gol, oltre alla visione del gioco per offrire passaggi spesso decisivi. Esplosivo nello scatto, è dotato anche di una buona tecnica complessiva che gli permette di poter giostrare la palla sia con il destro che con il sinistro senza grandi difficoltà anche sel il piede preferito resta il primo con cui ha realizzato 52 gol nel campionato spagnolo. Anche se non è una ‘torre', di testa non è male, inserendosi in area laddove riesce a trovare lo spazio giusto.