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Agnelli: “Cedere la Juve? Mai. Piuttosto compriamo un club straniero”

Davanti alle notizie di cessione ai cinesi che arrivano da Milano, il presidente bianconero rema controcorrente e conferma la volontà di mantenere la proprietà e rinforzare l’idea di avere in rosa sempre un gruppo forte di giocatori italiani.
A cura di Alessio Pediglieri
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Per una Milano in vendita c'è una Torino che resta saldamente legata alle presidenze italiane. Urbano Cairo per il mondo granata e Andrea Agnelli per quello bianconero rappresentato oggi dei punti di forza invidiabili per due club storici del nostro calcio che rimangono di proprietà italiana mentre le due milanesi Inter e Milan trattano per venire cedute al nuovo che avanza, l'imprenditoria cinese pronta a entrare di prepotenza (economica) nella nostra realtà sportiva. E il numero uno dei campioni d'Italia di fronte alle ultime news di cessione imminente dei club meneghini assicura e rilancia: "Non venderemo mai la Juventus a proprietà estere. Anzi, semmai andiamo ad acquistare club stranieri".

Juventus, simbolo dell'Italia che vince

Un Andrea Agnelli determinato a coltivare il sogno italiano: la Juventus deve rappresentare il fiore all'occhiello del movimento calcistico del nostro Paese, avere una solida struttura costruita su talenti nostrani, dimostrare che un progetto può anche trasformarsi in qualcosa di estremamente vincente anche se resta in mani italiane. Nessun ostracismo all'immissione eventuale di soci e capitali esteri ma con la ferma idea di mantenere saldamente le redini del comando: "Senza volontà non si può fare né pensare di edere la Juventus. Non essere favorevoli oggi all'ingresso di capitali esteri significherebbe non capire il mondo in cui viviamo, è un fattore positivo e devono essere più che benvenuti. Ma ciò non significa dover cedere. Maggiore è la concorrenza, maggiore è lo stimolo a fare meglio ma per quanto ci riguarda abbiamo il 63% della Juve e non abbiamo alcuna intenzione di cederlo a nessuno. Comprare un club all'estero? Un giorno potrebbe accadere, una possibilità da valutare. Vedremo".

Proprietà italiana, giocatori italiani

Made in Italy nella struttura societaria ma anche negli elementi che ne compongono da sempre la rosa. Oltre ad una proprietà autoctona, Agnelli ha sempre difeso l'idea che la rosa a disposizione del mister debba essere costruita su un solido nocciolo italiano: "Non ho mai pensato ad una Juventus senza una base di 7-8 giocatori italiani, perché aldilà dell'identità sono quelli che percepiscono meglio la reazione della gente e conoscono l'ambiente in cui giocano e vivono. Sturaro, Zaza e Rugani si aggiungono allo zoccolo duro degli storici giocatori che sono con noi. Per me è fondamentale avere una base italiana".

L'amico-nemico Conte

Infine un occhio alla nazionale che proprio dalla Juventus si alimenta e si sostiene. Anche Conte non ha fatto eccezione malgrado qualche frizione con la Juventus proprio nella gestione e nella disponibilità di offrire giocatori alla causa azzurra: " Il caso Bonucci? Leo in quei giorni si è regolarmente allenato con la squadra, è un uomo spogliatoio e ha un carisma straordinario. Per andare a fare cosa poi? Tre giorni di test fisici, sono cose che non capisco. Ma non ci sono contrasti con Conte, il rapporto resta ottimo"

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