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Addio Italia, Giovinco: “Mai apprezzato, al Toronto ho trovato fiducia”

L’ex attaccante della Juventus taglia il cordone ombelicale con la Serie A e la Juventus. Accolto come un top player, si rilancia: “Mi hanno considerato come un calciatore che non può competere a un certo livello”.
A cura di Maurizio De Santis
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Nessun rimpianto per aver lasciato l'Italia. Otto milioni di buoni motivi (pari alla cifra dell'ingaggio) hanno convinto Giovinco che, tutto sommato, anche andare a giocare dall'altra parte del mondo può essere gratificante. Contratto ricco e una platea, quella canadese della Major League, che impazzisce all'arrivo della ‘formica atomica' riservandogli un'accoglienza da top player. Folla all'aeroporto, autografi, cori da stadio, curiosità e attesa per il calciatore della Juventus e della Nazionale (Conte non ha mai fatto mister della stima nei suoi confronti) che ha trovato l'America… Non solo per una questione economica, tra i motivi di una scelta così netta c'è anche dell'altro… questione di fiducia e di feeling che nei suoi confronti non è mai scoccato: "In Italia ho sempre avuto molti problemi – ha ammesso durante la conferenza stampa di presentazione – perché mi hanno considerato come un calciatore che non può competere a un certo livello. Avevo bisogno di un posto e di una società che da subito mi dessero grande stima. Cosa che ho trovato qui e mi ha convinto d'aver fatto la scelta giusta".

Addio all'Italia, cordone ombelicale tagliato e con esso anche le probabilità di vestire con maggiore continuità la maglia azzurra. "A Conte (ct della Nazionale e suo ex allenatore, ndr) ho ribadito la mia disponibilità. Adesso che sono andato via dall'Italia so che sarà più dura ma per me è uno stimolo".

Torino, Fiorentina le società alle quale il nome di Giovinco è stato spesso accostato nella recente sessione invernale di calciomercato. Lui, però, ha preferito andare altrove. "Offerte dall'Italia e anche da altri campionati non sono mancate – ha aggiunto il suo agente, D'Amico, come rilanciato anche dal Corsport – ma quella arrivata al mio procuratore e a me è stata quella più interessante, un'opportunità ulteriore di crescita professionale".

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