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Addio al 2015 tra le lacrime di Pirlo, Je suis Paris e la caduta di Mou

L’anno 2015 si chiude con poca gloria (lo scandalo Fifa) e molto dolore per gli attentati di Parigi. La sfida della Juventus riparte dalla Champions, in Italia il Napoli sogna lo scudetto come non accadeva dai tempi di Maradona. Ranieri scalza Mourinho, è la rivincita del tecnico di Testaccio che diventa Special One col Leicester.
A cura di Maurizio De Santis
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Il 2015 va in archivio, l'anno 2016 è una finestra spalancata sul futuro del calcio italiano che naviga verso Euro 2016. La sfida in Francia è il banco di prova per la Nazionale di Conte che nel torneo continentale è attesa da un girone di ferro: il Belgio degli under terribili, primo nel Ranking della Fifa; lo spauracchio Ibrahimovic, alfiere della Svezia; l'Irlanda che fu del Trap. Per il ct sarà come varcare il Rubicone, l'avventura al timone degli Azzurri farà da spartiacque tra la voglia di rituffarsi nel lavoro quotidiano e ambizioso di una squadra di club e un'esperienza da selezionatore che mai è riuscita a entusiasmarlo.

Da gennaio 2016 a giugno, il futuro è adesso, compresa la possibilità da parte delle società tricolori di arrivare fino in fondo alle Coppe: impresa ardua in Champions per Juve e Roma, cui sono toccate in sorte il Bayern e il Real Madrid; Napoli, Fiorentina e Lazio tentano la scalata in Europa League. E poi c'è il campionato che, per adesso, incorona l'Inter di Mancini e le regala un primato traballante, retto appena da un punto di distacco rispetto ai partenopei di Sarri e alla Viola di Sousa, con i bianconeri tornati prepotentemente in corsa grazie a un filotto di sette vittorie consecutive. La ‘vecchia signora' è la protagonista indiscussa del 2015: sia per il quarto scudetto consecutivo, sia per il maggior numero di punti ottenuti nell'anno solare. La palma di super bomber va a Gonzalo Higuain del Napoli, croce (per quel rigore fallito contro la Lazio) e delizia (per i gol che spingono gli azzurri verso un sogno chiamato scudetto).

Da gennaio 2015 a oggi: il calciomercato con pochi botti e molte delusioni (in particolare quelle dell'Inter), la Juventus arrivata a un passo dal paradiso nella finalissima di Berlino contro il Barcellona, il flop del Napoli di Benitez e la ricostruzione con Sarri, il Milan che ha buttato una stagione al ‘diavolo' e ne ha cominciata un'altra con molte pene, la scomparsa del Parma affossato dai faccendieri, l'addio di Pirlo e Tevez, una Fiorentina sbocciata in riva all'Arno nonostante quel pasticciaccio brutto di Salah, Roma e Lazio finite in secca sulle sponde del Tevere. Lo scandalo Fifa, con Blatter e Platini disarcionati dall'inchiesta iniziata negli Usa e piombata come un ciclone sul governo del calcio mondiale. E, infine, il massacro di Parigi, l'orrore allo Stade de France, l'attentato terroristico al cuore dell'Europa: le ultime istantanee di un 2015 da dimenticare in fretta e un 2016 da accogliere senza brindisi e con la necessità di ripartire subito. Da zero.

Gennaio, i colpi flop di Inter e Samp

Shaqiri, Podolski e Samuel Eto'o. L'emblema del calciomercato di gennaio è sui volti dei calciatori sbarcati in Italia sul filo di lana. Campioni che avrebbero dovuto fare la differenza e, invece, sono finiti presto dietro le quinte. I casi più clamorosi sono a Milano, laddove l'Inter del ‘Mancio' avrebbe dovuto spaccare il mondo per agganciare la Champions e si ritrova risucchiata nella parte anonima della classifica, fuori perfino dall'Europa League nonostante i colpi di gennaio. A Genova l'ex ‘Leone del Camerun' ha una convivenza difficile con Mihajlovic e andrà via a fine stagione senza rimpianti.

Febbraio, il Parma affossato dai faccendieri

E' la macchia indelebile – l'ennesima – sul calcio italiano costretto a fronteggiare il caso Parma. I conti ‘gruviera' della società allora gestita da Ghirardi erano noti da tempo, ai ducali venne consentita l'iscrizione al campionato nonostante una situazione economica gravissima. Si naviga a vista tra cessione sospette e passaggi di mano altrettanto poco chiari: emiliani all'albanese Taçi poi nelle mani di Manenti infine in Tribunale per il fallimento dopo il salvagente della Figc e della Lega Calcio che sottoscrivono l'eutanasia di un club e di un torneo in parte condizionato da questa situazione anomala. Il Parma scivola tra i Dilettanti, la Serie A va avanti come se nulla fosse.

Marzo, Conte vs Juve: c'eravamo tanto amati

Il botta e risposta a distanza viene innescato dalla necessità, sbandierata dal ct, di avere a disposizione con maggiore frequenza i calciatori per dare maggiore solidità alla Nazionale. Conte entra in conflitto con i club, restii a concedere atleti e soprattutto preoccupati per la ricaduta sulle condizioni fisiche in una fase delicata della stagione, decisiva per le Coppe e lo sprint in campionato. Il caso esplode con l'infortunio di Marchisio che diventa un vero e proprio giallo: per lo staff medico dell'Italia lo stop è serio, analisi approfondite commissionate dalla Juventus rivelano il contrario. E la polemica s'infiamma: Agnelli accusa Conte di ‘spremere troppo i giocatori', il ct è nel mirino dei club che gli imputano le stesse ‘lamentele quando allenava la Juve'. A ottobre arriverà la qualificazione agli Europei di Francia, tanto basta per sotterrare l'ascia di guerra.

Aprile, Carlito's way

Venti gol in 32 partite, l'apache Tevez mette la propria firma in calcio al quarto scudetto consecutivo della Juventus, il primo dell'era Allegri. Decisiva la doppietta dell'attaccante argentino il 29 aprile con la Fiorentina che dà il via libera alla ‘vecchia signora'. Carlito's way conduce i bianconeri verso l'ennesimo successo. Saranno gli ultimi fuochi di una squadra che, complici a fine stagione gli addii di Vidal e Pirlo, varerà il piano di rifondazione puntando sui giovani come Morata e Dybala.

Maggio, il sogno in finale di Champions

La Juve cerca la consacrazione europea dopo aver stabilito il proprio dominio in Italia. E la consacrazione arriva grazie allo spagnolo Alvaro Morata, ironia della sorte è proprio lui – ex Real Madrid – a infliggere il colpo di grazie alle merengues al Santiago Bernabeu. I bianconeri ritrovano la finale di Champions League dopo 12 anni dal match di Manchester contro il Milan. Scudetto e Coppa Italia sono in bacheca, il ‘triplete' (come l'Inter nel 2010) diventa il sogno nel cassetto.

Giugno, Pirlo e la nemesi di Berlino

Le lacrime di Andrea Pirlo. Il pianto di commozione e delusione del ‘professore' che aveva dipinto d'Azzurro quel cielo nel 2006 (vittoria della Coppa del Mondo contro la Francia) sono l'icona di quella bella avventura in Champions finita per mano del Barça e del tridentazo Messi, Neymar, Suarez. Si chiude un'epoca, l'addio del regista alla ‘vecchia signora' era scritto: volerà negli States, al New York City. E la Juve senza di lui faticherà a ritrovare la propria identità tattica e di gioco.

Luglio, Miha a Milano e Sarri a Napoli

Rafa Benitez lascia Napoli senza troppi rimpianti: gli azzurri hanno buttato alle ortiche una stagione che nella gara contro la Lazio avrebbero potuto anche salvare in extremis. Il rigore fallito da Higuain diventa la sintesi di un'annata iniziata male (eliminazione ai playoff contro il Bilbao) e proseguita tra alti e bassi continui. Il tecnico sbarca a Madrid, lascia una piazza divisa e ne va in un'altra che lo accoglie con freddezza. Sotto il Vesuvio De Laurentiis avvia la rivoluzione: contatta Mihajlovic ma ha delle perplessità, sceglie Sarri (allenatore che viene dalla gavetta e artefice del piccolo miracolo Empoli). Il serbo dice addio alla Samp per il sì al Milan (liberatosi di Inzaghi) ma la luna di miele stenta a decollare.

Agosto, il pasticcio Salah

Salah ha conquistato Firenze per i suoi gol contro la Juventus. Per i viola è un punto fermo ma una clausola contrattuale fa sì che l'egiziano possa scegliere destinazione diversa rispetto al club dei Della Valle. Attratto dalle sirene di Inter e Chelsea, finirà alla Roma dopo aver rischiato perfino lo stop in seguito al braccio di ferro con la Fiorentina. Giorni tesi in casa toscana anche per il caso Montella, il tecnico spedito dietro le quinte per il tira e molla con la società. Intanto, comincia il campionato e le prime giornate rilanciano le piccole: a cominciare dalla sorpresa Sassuolo.

Settembre, da Lewa a CR7: il mese dei bomber

Cinque gol in nove minuti, dal 51° al 60°, tutti realizzati pur essendo subentrato nella ripresa. L'impresa di Lewandowski è incredibile, la straordinaria capacità del polacco di andare a segno travolge il Wolfsburg come uno tsunami. Un record assoluto, in seguito proveranno ad eguagliarlo Aguero, cinquina anche lui col Manchester City ma in 21′ e Cristiano Ronaldo (pokerissimo al Granada ma solo a dicembre).

Ottobre, la caduta di Blatter e Platini

Lo scandalo Fifa giunge all'acme quando il presidente Blatter e il presidente della Uefa, Platini, finiscono sotto inchiesta per il pagamento di una commissione ritenuta sospetta. Una vicenda che in seguito porterà prima alla sospensione di entrambi per 90 giorni e poi alla squalifica per 8 anni dei capi del calcio internazionale.

Novembre, Je suis Paris

Il terrorismo islamico colpisce al cuore la Francia e l'Europa. Gli attentati di Parigi lasciano sotto schock il Paese e la comunità internazionale. Al massacro del Bataclan fanno eco le detonazioni allo Stade de France laddove è in corso l'amichevole tra Francia e Germania. Tre kamikaze si fanno esplodere all’esterno dell’impianto, uccidendo altre tre persone ma non riuscendo per fortuna ad avere accesso allo stadio. Il match prosegue ma l'attenzione è altrove, la gente (tenuta per questioni di sicurezza all'interno della struttura) si riversa sul prato verde tra panico e preoccupazione.

Dicembre, esplode Ranieri e crolla Mou

Il Leicester di Ranieri e l'autentica rivelazione in Premier. Le due squadre di Manchester, City e United, arrancano. I red devils di van Gaal, nonostante una campagna acquisti da 150 milioni e una rosa dal valore di 400 milioni, sono la delusione della stagione. Il manager olandese finisce sul banco degli impuntati, su Pellegrini si staglia l'ombra di Guardiola in arrivo dalla Germania. A Monaco di Baviera annunciano l'addio al catalano e l'arrivo di Ancelotti. La rivoluzione a catena porta alla caduta di Mourinho: il Chelsea, squassato dalla crisi di risultati e dall'insofferenza dell'ambiente nei confronti del portoghese, affonda in classifica. La rescissione consensuale è la formula per dirsi addio. A Madrid pure spirano venti di cambiamento: Rafa Benitez è sulla graticola e in Spagna preconizzano l'arrivo proprio di Mourinho. In Giappone il Barcellona vince il Mondiale per Club.

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