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Abidal e il cancro: “Ero un cadavere, Messi mi disse che turbavo la squadra”

L’ex difensore francese del Barcellona racconta in un’intervista la storia di sofferenza, la battaglia tra la vita e la morte che ha vinto dopo aver sconfitto un tumore al fegato. Le parole della Pulce (che soffriva a vederlo malato) e l’abbraccio con Henry i due episodi che più ricorda di quei durissimi momenti in cui ha pensato di non farcela.
A cura di Maurizio De Santis
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Siete mai stati all'inferno? Eric Abidal, ex terzino francese del Barcellona, vi sprofondò nel 2011 quando gli diagnosticarono un tumore al fegato. La sua vita cambiò di colpo, niente fu come prima. E oggi, a 38 anni, dopo essere uscito a riveder le stelle, trova la forza per raccontare come ha vissuto quegli anni difficili, sospeso tra la vita e la morte che giocano a carte ai piedi del suo letto. Non adesso, non ancora: con lui la sorte è stata benevola, gli ha regalato la forza per resistere quando la notte s'è fatta più buia e ha rischiato di perdersi, sopraffatto dal dolore.

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"Lo ricorderò per tutta la vita – dice nell'intervista a Canal Plus – è come un coltello nella ferita aperta". Di quelle che, anche quando sono guarite, lasciano addosso i segni e l'angoscia. "Quando il dottore mi disse che avrei dovuto fare un'operazione ero felice. Era una sofferenza che non auguro a nessuno".

Il racconto. Un giorno sollevi la Champions e ti senti quasi un dio, pochi attimi e quell'equilibrio sopra la follia ti scaraventa nel baratro. E' come morire e poi rinascere, nella sua storia di sofferenza c'è tutto: Abidal aziona il rewind e, per quanto gli faccia male tornare ai momenti più duri del proprio passato, lascia che la sequenza videoclip accompagni le sue parole. Due gli episodi che rammenta in particolare, due storie cariche di tenera tristezza come una pietra messa lì, a pesare apposta sul cuore.

La precisazione su Messi. Durante quel difficile periodo l'ex giocatore inviò un suo video alla squadra prima di una partita. "Dissi loro che non dovevano preoccuparsi per me. Ero molto magro. Sapete cosa mi disse Messi? Di non inviare più cose del genere perché li faceva stare male. Loro mi vedevano cadavere e questo li rendeva molto tristi, mi dicevano che li turbavo. Non gli piaceva vedermi in quello stato, ma in nessuna occasione ha avuto cattive parole nei miei confronti".

L'emozione di abbracciare Henry. L'ex attaccante dell'Arsenal, stella del calcio francese, non aveva ancora appeso le scarpette al chiodo (giocava nei New York Red Bulls) quando si recò a fargli visita. L'emozione per quel gesto di amicizia fu fortissima: "Piansi come un bambino – ha aggiunto Abidal -. Ero contento che venisse a trovarmi, ma non avrei voluto che mi vedesse in quel modo". Ora è tutto finito Eric, e tu sei ancora vivo. Lascia che la vita ti sorrida, non permettere ai brutti ricordi di rovinare tutto.

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