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A Roma cori discriminatori e striscioni di protesta

Curve chiuse all’Olimpico gli ultrà rispondono così: “Meglio una curva chiusa che una curva ammaestrata”. E allo stadio c’è chi canta in segno di sfida: “Vesuvio lavali col fuoco”
A cura di Maurizio De Santis
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Striscioni all'esterno dello stadio, altri capovolti all'interno. E poi i soliti cori anti-Napoli in segno di sfida contro il provvedimento di chiusura delle curve – Nord e Sud – dello stadio Olimpico per i cori discriminatori durante la semifinale d'andata di Coppa Italia . La protesta dei tifosi giallorossi fa da sfondo al successo della Roma sulla Sampdoria: Destro e Pjanic a far gol, loro a osannare il ‘Vesuvio perché lavi col fuoco i partenopei'. E allora ‘odio Napoli', oltre al diventare lo stornello da bettola, accompagna i lupi arrabbiati di Rudi Garcia all'assalto dei liguri. Considerato il campionato straordinario che stanno conducendo, meriterebbero ben altre colonne sonore rispetto alle pernacchie d'avanspettacolo dell'accolita circense che affolla le curve italiane.

Messaggi di sfida. "Meglio una curva chiusa che una curva ammaestrata", scrivono quelli della Sud che espongono nei pressi del Coni il loro ‘manifesto culturale': ovvero, qui comandiamo noi e non riconosciamo altra autorità. Tra i loro comandamenti c'è anche questo, come bestemmiare in un amen. "Bossi, Maroni e Salvini, quando la discriminazione ‘regala' quattrini", ai leghisti tutto è concesso a loro no: la sindrome di calimero può essere frustrante per chi si considera intoccabile, con l'orizzonte chiuso in un curva. E chiusa la curva dovrebbe restare anche in un'altra occasione: il 1° marzo con l'Inter, ma non si escludono sorprese considerato che il caso verrà discusso il prossimo 18 febbraio in un'udienza convocata dall'Alta Corte del Coni.

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