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San Paolo non a norma: Napoli, rischio Champions da giocare a Palermo

L’ispezione dei commissari della Uefa riapre una vecchia ferita e obbliga all’ennesima corsa contro il tempo per adeguare l’impianto alle prescrizioni della Federazione: bagni nuovi (non chimici) e cambiare sediolini in diversi settori dell’impianto.
A cura di Maurizio De Santis
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Giocare la Champions League a Palermo e non al San Paolo. Il rischio che accada c'è, per il Napoli e per i suoi tifosi sarebbe una beffa (oltre che un danno) clamoroso. Dopo aver ingoiato il rospo dello ‘scippo' di Higuain da parte della Juventus (o del tradimento dell'argentino, secondo il pensiero del popolo azzurro), lo smacco di vedere spostate altrove le gare di Coppa sarebbe davvero difficile da tollerare. Un brutto colpo all'immagine della società e della città che tutti – amministrazione compresa – dovranno fare il possibile per evitare.

I calciatori del Napoli esultano sotto la Curva del San Paolo
I calciatori del Napoli esultano sotto la Curva del San Paolo

L'ispezione della commissione Uefa

L'unica nota lieta al momento sono le operazioni di rizollatura del manto erboso ‘provato' dal recente concerto di Gigi D'Alessio. Per il resto le note sono stonate e dolenti: ancora non c'è traccia dei 25 milioni del mutuo che il Comune ha contratto con il credito sportivo (come rivelato dal Corriere del Mezzogiorno) e avrebbero dato il ‘la' all'inizio dei lavori più urgenti, quelli richiesti da tempo dalla commissione Uefa che arriverà con i suoi ispettori per verificare le condizioni dell'impianto partenopeo. Allo stato dei fatti il responso sarà negativo per questo la società partenopea s'è già cautelata indicando, come già fatto in passato, l'impianto siciliano come stadio dove disputare gli incontri casalinghi

Agibilità del San Paolo, le note dolenti

Tra le prescrizioni indicate dalla Uefa c'era anzitutto la costruzione di almeno una cinquantina di bagni – non chimici – e la sostituzione dei sediolini, sia nelle zona della tribuna stampa sia in altri settori dello stadio (compresa l'area accoglienza delle squadre). Senza questi accorgimenti, fatta salva una proroga che con ogni probabilità verrà concessa fino ai sorteggi della fase a gironi, il San Paolo verrà dichiarato inagibile. Una catastrofe da evitare e che verrà evitata: la macchina burocratica s'è già messa in moto: nella giornata di mercoledì sarà approvato in Giunta il bilancio comunale e la delibera verrà inviata al Credito Sportivo così da beneficiare di una prima rata del mutuo, necessaria per aprire il cantiere.

La richiesta di proroga. Alla Uefa è stata già recapitata una lettera per chiedere una proroga sui lavori che riguardano i 60.240 sediolini non a norma per gli standard europei, e i 70 bagni da realizzare. Una corsa contro il tempo, l'ennesima di una vicenda (lo stadio San Paolo) che rappresenta uno dei nervi scoperti dei rapporti tra il Napoli e l'amministrazione comunale.

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