Premier League, dietro l’infortunio di Max Gradel ci sarebbe la stregoneria

Il campionato inglese, giudicato da molti il più avvincente, continua a far parlare di sè. Dopo il "caso Mourinho" e l'esonero di Brendan Rodgers, dalla Premier League arriva un'altra notizia destinata a fare il giro del mondo: quella di Max Gradel. Il ventisettenne centrocampista ivoriano, in forza al neo promosso Bournemouth da questa estate, si è subito procurato una doppia lesione al ginocchio e al crociato, durante il match col Leicester del 29agosto scorso finito 1-1. Infortunio che, salvo miracoli, terrà il giocatore ex Saint-Etienne lontano dai campi di calcio per un periodo minimo di sei mesi. Un colpo per la dirigenza dei "Cherries", che contavano sulla classe del giocatore africano per fare una buona figura nel massimo campionato inglese. Ora, a distanza di settimane dal brutto incidente, emergono particolari inquietanti sulla natura dell'infortunio di Gradel. Secondo alcuni esponenti della sua famiglia, infatti, Max Gradel sarebbe stato vittima di una stregoneria.

Semplice sfortuna o poteri occulti? – Dopo un'inchiesta condotta dal britannico "Sun", che aveva messo in evidenza il rapporto a quanto pare stretto tra questi riti e alcuni giocatori africani (tra questi, anche Adebayor che aveva accusato la famiglia di averlo sottoposto ad un rito a causa di un dissidio), anche il caso di Gradel ha trovato spazio sulle pagine dei tabloid grazie alla complicità di alcune fonti in Costa d'Avorio. A rendere nota la storia, a quanto pare, sarebbe stata la stessa famiglia del giocatore. "Il suo infortunio? – avrebbe commentato la famiglia – Non ha nulla a che vedere con la sfortuna. E' stata una punizione per averci abbandonato, dopo che lo avevamo aiutato". Una dichiarazione che ha fatto tornare alla luce la stregoneria che, secondo molti giocatori africani, avrebbe già fatto diverse vittime in passato. Stregoneria o no, Max Gradel dovrà fermarsi di nuovo per un brutto infortunio. Un guaio che il forte ivoriano, passò anche nel 2013 ai tempi del Saint Etienne. Anche allora, infatti, rimase fermo per molti mesi a causa della rottura del legamento crociato.