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Parma, il sogno è finito. “Deluso dalla società”, Scala molla il club

L’ormai ex presidente del club ducale ha spiegato il suo doloroso addio: “Hanno esonerato Apolloni e l’intero staff tecnico senza nemmeno consultarmi. Mi hanno scavalcato”.
A cura di Alberto Pucci
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Del tanto decantato "calcio biologico" non c'è più traccia. E' bastato un niente per mandare all'aria il coraggioso progetto del Parma di Nevio Scala. Dopo un momento buio della squadra, che era riuscita nella scorsa stagione a risalire in Lega Pro, è infatti arrivato l'esonero per il tecnico Apolloni e per tutta l'area tecnica. Una decisione che ha sorpreso e amareggiato tutti, compreso il presidente: anch'egli in uscita dopo le dimissioni consegnate per solidarietà al gruppo di uomini che lui aveva scelto. A pochi giorni dal terremoto che ha colpito la dirigenza gialloblu, Scala è tornato a parlare e a spiegare il motivo della sua scelta: "La squadra non stava facendo bene, ma era a quattro punti dalla vetta – ha spiegato ai microfoni di Radio Rai – La proprietà ha però deciso di esonerare l'allenatore".

La tristezza di Nevio

"Hanno cacciato Apolloni scavalcandomi, senza nemmeno consultarmi – ha continuato Scala – Così ho presentato le mie dimissioni. Ho detto loro che non era questo il modo di affrontare una situazione difficile, mi sono sentito responsabile avendo scelto io i miei uomini di fiducia". Una favola che ha avuto un finale decisamente inaspettato e amaro: "Sono deluso e rammaricato, ma è stato bello credere in questo progetto. Abbiamo coinvolto la gente a credere in un calcio pulito e trasparente, senza la logica del risultato immediato. Ora mi chiedo perchè sia finita così". Nonostante tutto, il cuore di Scala batte ancora forte per Lucarelli e compagni: "Mi auguro che il Parma arrivi in Serie A il più presto possibile – ha concluso – Mi dispiace, perché c'era un entusiasmo, una condivisione senza pari. Mi dispiace anche il silenzio dei "magnifici sette" (i soci del club, ndr) che, a parte uno di loro, non si sono fatti sentire. Peccato, sono amareggiato ma la vita continua".

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