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Napoli che vince, piatto ricco per De Laurentiis

I ricavi del Napoli spingono in alto anche il bilancio della Filmauro, la holding del presidente De Laurentiis. Nessun passaggio di denaro, però, da controllata a controllante. Il tesoretto Champions League, il restyling del San Paolo e il nuovo sponsor tecnico: tre assi per il futuro.
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Carlo Verdone e il Napoli, i due assi di Aurelio De Laurentiis. Dagli azzurri dipende l'80% dei ricavi della galassia Filmauro, la holding del presidente. Con questi due atout la Filmauro ha archiviato il 2014 con un fatturato consolidato cresciuto di 100 milioni, da 177 a 277, e un utile quadruplicato (da 6,4 a 24,02 milioni). Le stelle azzurre, dunque, fanno brillare di più le stelle del cinema. Ma le due attività, come vedremo, restano distinte e separate.

Il bilancio Filmauro – La sola società capogruppo, FilmAuro srl, è passata in un anno da 1,7 milioni di perdite a 3,38 milioni di utili, anche grazie alla produzione e alla distribuzione “Colpi di Fortuna” e “Sotto una Buona Stella”, l’ultimo lavoro di Carlo Verdone. In più, Filmauro ha co-prodotto “Il terzo tempo”, opera prima del regista Enrico Maria Artale, e “Disconnect”, presentato fuori concorso a Venezia, e ha in corso dal 2012 un accordo, della durata di 36 mesi, in base al quale i film prodotti e acquistati da De Laurentiis escono anche nel listino di Universal Pictures, con l’impegno da parte italiana a garantire per le produzioni nuovi autori, nuovi sceneggiatori, attori, registi, prodotti più adatti alla sinergia internazionale. La società, come delinea Milano Finanza, ha chiuso il bilancio 2014 con 22,4 milioni di ricavi e un margine operativo lordo positivo per quasi 14 milioni (+184,9% rispetto al 2013). Sui 46,9 milioni di ricavi da vendite e prestazioni, quasi la metà arriva dalle partite del Napoli (21,5 milioni) e di diritti televisivi (11,2). Il noleggio cinema porta poco meno di 10 milioni (9,8), mentre la vendita dei biglietti nelle sale resta ferma a 2,7, di fatto sugli stessi valori del 2013.

Ma è la voce degli “altri ricavi e proventi” a confermare la centralità della società Napoli, che garantisce 69,4 milioni di plusvalenze e 104,9 dalla cessione di diritti televisivi, oltre a 20,9 dalle sponsorizzazioni: in particolare, 6 dal partner ufficiale Lete e 1,9 da Macron, che però ha il contratto in scadenza nel 2015 e 8,9 da proventi pubblicitari, commerciali e royalties del marchio Ssc Napoli, che da solo ha fruttato 5,7 milioni. Complessivamente il valore della produzione delle sole attività cinematografiche ha raggiunto il valore di 37,8 milioni (21,8 milioni nel precedente esercizio). Aumentano anche, di quasi 3 milioni, i costi di produzione, ma in bilancio rimane un utile prima delle imposte di 5,26 milioni, che scende a 3,38 dopo il pagamento delle tasse. Utili che l’assemblea ha deciso di non distribuire ai soci. Anche se gli amministratori del Napoli (De Laurentiis, la moglie Jacqueline Marie Baudit, i figli Edoardo e Valentina, e il suo braccio destro, Andrea Chiavelli) hanno comunque percepito complessivamente 5,55 milioni come compenso per l’incarico di consiglieri di amministrazione del club.

Nessun passaggio di denaro – Nei dieci anni di presidenza De Laurentiis, il Napoli ha assunto un peso determinante nella “galassia Filmauro”. Il club, che ha chiuso al 30 giugno 2014 l’ottavo bilancio consecutivo in attivo, il migliore sotto l’attuale gestione, vale più dell’80% del fatturato della holding. I successi e l’internazionalizzazione della squadra, unita alla crescente crisi del settore cinematografico, analizza Il Sole 24 Ore, hanno spostato nettamente verso la parte sportiva il rapporto interno di forza tra i due settori della holding. Al 30 giugno 2009, infatti, sui 169,4 milioni di ricavi, quelli derivanti dalla gestione del Napoli ammontavano al 65% del totale mentre le attività del gruppo collegate alla produzione, distribuzione e commercializzazione di prodotti cinematografici rappresentavano un quarto del fatturato. Oggi, a sei anni di distanza, il Napoli ha inciso per l’86% e i prodotti cinematografici per l’11% (il restante 3% è legato a incrementi di immobilizzazioni per lavori interni).

Non è certo un processo recente, comunque. Dal 2007 al 2014, il Napoli ha prodotto 69,6 milioni di utili (1,4 milioni nel 2007, 14,7 nel 2008, 10 nel 2009, 0,3 nel 2011, 14,7 nel 2012, 8,3 nel 2013, 20,2 nel 2014). Nel bilancio al 30 giugno 2013 il patrimonio netto risulta pari a 52 milioni, frutto di 43,4 milioni di riserve e di 8 milioni di utili del 2013 che sono stati a loro volta destinati a riserva (cui si aggiungono capitale sociale e riserve legali per 0,6 milioni). Tuttavia, è questo un aspetto fondamentale, il peso nel bilancio consolidato non ha mai comportato trasferimenti di denaro dalla “controllata” Sscn alla “controllante” Filmauro: l’attività calcistica, dunque, non serve a finanziare la produzione cinematografica. Gli utili realizzati sono rimasti sempre nella disponibilità del club.

Quanto vale l'Europa –  Nel bilancio 2015, i partenopei potranno contare su almeno 4,6 milioni di premi Uefa per aver raggiunto la terza semifinale europea della sua storia: 1,3 milioni di premio partecipazione, 400 mila euro per il primo posto nel girone, 800 mila euro per le quattro vittorie, 100 mila euro per l’unico pareggio e 200 mila euro per l’accesso ai sedicesimi, altri 350 mila per la doppia vittoria sul Trabzonspor, 450 mila per l’accesso ai quarti e un milione per la semifinale (più, eventualmente, 2,5 o 5 milioni in caso di raggiungimento della finale o di conquista del titolo, che per il Napoli avrebbe una valenza doppia, molto superiore al premio Uefa. Considerato che la vincitrice della Champions League, chiunque sia tra Juventus, Bayern Monaco, Real Madrid e Barcellona, si qualificherà per la prossima edizione grazie al piazzamento in campionato, vincere l’Europa League vale un posto nella fase a gironi per l’Europa che conta. E un tesoretto fondamentale per continuare a sognare in grande.

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Le entrate 2014 e i ricavi dal 2010 del Napoli – Fonte: Football Money League (Deloitte)

Nuovo sponsor tecnico – Il Napoli, entrata al sedicesimo posto nella Football Money League, restano fortemente dipendenti dai diritti tv, un limite nella diversificazione delle fonti di ricavo che penalizza tutto il calcio italiano: i 107,1 milioni di ricavi televisivi, infatti, rappresentano il 65% delle entrate totali nella stagione 2013/14, mentre i ricavi commerciali si attestano a 36,8 milioni, grazie anche all’accordo con lo sponsor tecnico Macron, il quarto più lucrativo in serie A dopo Juventus, Milan, Inter. Il contratto, però, è in scadenza nel 2015. Associandosi a un marchio relativamente meno conosciuto rispetto a giganti del mercato come Nike e Adidas, il marchio Napoli ha comunque ottenuto una vasta riconoscibilità, anche grazie a magliette come la camouflage (vedi la vicenda del bambino africano che ha commosso Mertens), una scelta stilistica personalizzata impossibile da ottenere con i due giganti del mercato. Per questo si spiegherebbe che Robe di Kappa sia diventata, secondo le ultime indiscrezioni, la più autorevole candidata a tornare sponsor tecnico degli azzurri, che ha già vestito nelle due stagioni in C1, con un’offerta intorno agli 8 milioni di euro.

Lo stadio – Resta ancora aperta, infine, la questione stadio. Nel 2014, il botteghino ha rappresentato solo il 13% delle entrate della società, e in questa stagione, complice una campagna acquisti non del tutto gradita ai tifosi e la sconfitta col Bilbao, gli abbonamenti sono calati a 8.500. La crescita, anche economica, passa per il restyling del San Paolo. “Sono stato obbligato ad intervenire direttamente in questi anni” spiegava De Laurentiis, “dopo le prescrizioni degli enti locali o dell’Uefa, perché la nostra è l’unica società italiana che partecipa per il quinto anno consecutivo a competizioni internazionali. È l’unica strada affinché io continui a investire e a rafforzare la squadra: a cosa servirebbe prendere un calciatore del livello di Higuain se non vi fosse una struttura adeguata con l’appoggio istituzionale?”. Una struttura di cui può beneficiare tutta la galassia De Laurentiis, Filmauro compresa.

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